100% Fitness Mag - Anno VII Febbraio 2013 | Page 16

100% FITNESS MAGAZINE CARDIOLOGO V’è invece una dimostrata differenza nel trattamento tra una persona sana ed un soggetto diabetico. Il fatto che l’uso dell’Aspirina non abbia aumentato in modo significativo in alcune persone diabetiche, non in tutti i diabetici, il rischio del sanguinamento dovuto al farmaco per la sua azione antiaggregante piastrinica (in questi soggetti v’è già un rischio basale di sanguinamento superiore a quello della popolazione generale). Pertanto il farmaco avrebbe dovuto ulteriormente aumentare il rischio emorragico, cosa che invece non si verifica in queste persone. L’Aspirina in una frazione della popolazione diabetica non è in grado di sopprimere completamente la funzione piastrinica e ciò verrebbe spiegato dal fatto che vi sarebbe un turn over, cioè un ricambio piastrinico acce- lerato, per cui il farmaco avrebbe un’azione più limitata al confronto dei soggetti non diabetici. Accorciando i tempi di somministrazione dell’Aspirina si potrebbe ottenere l’effetto voluto mentre l’aumento della dose in questi casi non serve per la breve emivita del farmaco. Ma quali sono gli effetti negativi dell’Aspirina di fronte a tanti risultati positivi? Purtroppo non mancano. Innanzitutto la sua azione irritante sullo stomaco può portare a forme di gastriti e ulceri, poi per l’effetto antiaggregante determina la possibilità di un facile sanguinamento sia a livello dello stomaco, specie nei soggetti con precedenti di ulceri o gastroduodeniti, che a livello cerebrale, in particolar modo nelle persone anziane. Intendendo per anziani coloro che hanno superato i 75 anni. Va anche detto che ormai è uso comune l’automedicazione, cioè prendere medicinali senza neppure chiedere il parere al proprio medico, ma soltanto perché l’amico, l’amica, il parente prendono quel medicinale, magari con successo per una stessa sintomatologia (mal di testa, mal di stomaco e così via). Così per l’Aspirina non pochi sono coloro, uomini e donne, che la prendono continuamente per lo stesso motivo o soltanto perché hanno appreso dai giornali, TV o persone amiche dell’effetto “magico”, specie per la prevenzione dell’infarto e dell’ictus. Non vanno taciuti per costoro i possibili rischi emorragici causati propri dal farmaco. Prima di iniziare un trattamento con Aspirina occorre sottoporsi ad un controllo medico o cardiologico e solo se il medico ritiene, dopo aver valutato l’età del soggetto in esame, che sia opportuno l’uso di tale farmaco e con i dosaggi prescritti, si può con tranquillità attuare tale terapia. A riguardo va precisato che il medico curante o lo specialista valuteranno se vi sono delle condizioni di rischio per un prevedibile infarto cardiaco o ictus trombotico cerebrale per cui è necessaria la cosiddetta “prevenzione primaria” ed è opportuno perciò l’impiego dell’Aspirina o altro farmaco antiaggregante. Se poi vi sono già delle condizioni cardiovascolari compromesse: precedente infarto, intervento di by-pass, applicazione di stent coronarico, ictus trombotico cerebrale, in tal caso si parla di “prevenzione secondaria” e quindi sempre il Cardiologo valuterà come va somministrata l’Aspirina ed eventualmente altri farmaci antiaggreganti. Sarà anche il medico a consigliare se necessario in aggiunta un farmaco “tampone” per i possibili disturbi che potranno verificarsi a carico dello stomaco. All’interrogativo che possiamo porci infine: l’Aspirina fa bene o fa male? Ricordiamo che è un antico farmaco, con i suoi nuovi effetti positivi e talvolta anche negativi, ritenut ›