100% Fitness Mag - Anno VII Dicembre 2013 | Page 28
#PSICOLOGA
Adolescenza e
nuove dipendenze
come riconoscere i primi segnali di disagio
Dottoressa
Luisa Buonocore
Laureata in Psicologia
Clinica presso
l’Università “La
Sapienza di Roma”
Collabora con il
Centro di Terapia
Metacognitiva
Interpersonale di
Roma.
Disponibile
telefonicamente il
Lunedì e il Venerdì
dalle 10.00 alle 13.00
Cell. 333.4471904
Riferimenti
bibliografici:
- Caretti V., La
Barbera D. (2005).
Le dipendenze
patologiche. Clinica
e psicopatologia,
Milano: Raffaello
Cortina Editore.
- Steiner J. (1993). I
rifugi della mente,
trad. it. Torino: Bollati
Boringhieri, 1996.
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L’adolescenza è una fase dello sviluppo
dell’individuo caratterizzata da profonde
trasformazioni fisiche e psicologiche, come
indica l’etimologia stessa della parola:
adolescere significa in latino “crescere”.
Questo stadio dello sviluppo presenta
caratteristiche complesse e articolate: è
un periodo caratterizzato da cambiamenti
radicali per quanto riguarda il corpo, la
mente, i comportamenti; tali trasformazioni
sono estremamente importanti perché
riguardano la maturazione biologica, lo
sviluppo cognitivo, i rapporti con gli altri e i
valori sociali.
Diventare grandi è un compito difficile:
crescere e maturare avviene anche
attraverso momenti di difficoltà, di crisi e di
disagio. Le manifestazioni di disagio sono
diverse e variabili. Uno dei comportamenti a
rischio messi in atto dall’adolescente e che
più preoccupa le figure genitoriali è l’uso di
sostanze stupefacenti.
Attualmente, però, accanto alle tradizionali
forme di dipendenza (droghe e alcool) è
sempre più vivo l’interesse per un altro
gruppo di dipendenze, legate ad oggetti o
comportamenti presenti nella vita quotidiana
di tutti e che non hanno a che vedere con
l’uso di sostanze: le new addiction.
Il termine “new addiction” o “dipendenze
comportamentali” fa riferimento a una vasta
gamma di comportamenti patologici tra i
cui: la dipendenza dalle nuove tecnologie,
il gioco d’azzardo patologico, lo shopping
compulsivo e le dipendenze affettive. Si fa
riferimento, quindi, a diversi comportamenti
disfunzionali messi in atto in modo sempre
più frequente dagli adolescenti.
In particolare tra le giovani generazioni,
molto diffuse sono le dipendenze
tecnologiche caratterizzate da un uso
compulsivo di dispositivi tecnologici
(Computer, Internet, Videogames, Cellulare).
In questo tipo di dipendenze, il mondo
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virtuale diventa un vero e proprio rifugio
della mente (Steiner, 1993) con la funzione
di creare una realtà interiore più favorevole
di quella reale. L’utilizzo indiscriminato
e compulsivo del mezzo tecnologico,
nonostante si accompagni a uno stato di
sollievo momentaneo, diventa a lungo
termine una modalità d’isolamento, di
compromissione delle relazioni sociali e di
perdita di contatto con la realtà.
Questi comportamenti sembrano, quindi,
essere l’espressione di un disagio psichico
profondo e richiamano la nostra attenzione
sulla necessità di ascoltare e decodificare
una domanda d’aiuto che si esprime spesso
in modo paradossale. È fondamentale,
dunque, riconoscere i principali segnali
di rischio per determinare quando questi
comportamenti diventano condotte
disfunzionali, addittive o compulsive.
Vediamone alcuni:
♦ Ritiro e disagio all’interno delle relazioni
sociali
♦ Calo della prestazione scolastica
♦ Richieste inspiegabili di denaro
♦ Perdita d’interesse nelle attività prima
svolte (sport e hobby)
♦ Alterazione del ciclo sonno-veglia
♦ Sensazione di non riconoscere più il
proprio figlio.
I genitori che notano questi segnali
possono rivolgersi a figure specialistiche
quali Psichiatri, Psicologi e Psicoterapeuti
esperti nel campo delle dipendenze che
possono aiutare il loro figlio attraverso
un trattamento specifico individuale o di
gruppo. Molto importante è la disponibilità
del genitore a essere coinvolto nel percorso
terapeutico al fine di favorire nuove modalità
di comunicazione e supportare l’evoluzione
sana del proprio figlio.