100% Fitness Mag - Anno VII Dicembre 2013 | Page 22
#LOGOPEDISTA
Le ore trascorse davanti alla TV
potrebbero essere inversamente
proporzionali allo sviluppo delle
competenze linguistiche del bambino
affievolirsi man mano che cresce.
La TV “impigrisce” il cervello che tende
ad una condizione di passività e scarsa
elaborazione, a differenza di quanto avviene
nel gioco che invece stimola l'immaginazione
e la creatività. Inoltre i programmi destinati
ad intrattenere ed “ipnotizzare” i
piccoli telespettatori determinano una
iperstimolazione della vista e dell'udito, a
scapito degli altri canali sensoriali. I cambi
repentini di intensità dei suoni e le continue
variazioni di immagini è possibile che
interferiscano con la percezione della realtà
che potrebbe apparire troppo “grigia”, lenta
e monotona, in rapporto a quella virtuale.
L'intrattenimento mediatico protratto per
un tempo eccessivo, induce il bambino
all'isolamento e può causare nel tempo
disturbi di tipo comportamentale. Il
disinteresse per l'altro, la scarsa attitudine a
socializzare e comunicare non favoriscono
l'arricchimento del linguaggio: deficit di tipo
articolatorio, inadeguatezza morfo-sintattica e
lessicale, ma soprattutto una prosodia poco
spontanea, possono essere i primi sintomi da
overdose da TV.
Studi condotti dallo stesso Dimitri Cristakis su
campioni di piccoli telespettatori, esposti al
monitor per tempi diversi, hanno dimostrato
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100%fitnessmag • dicembre 2013
come il linguaggio dei baby-dipendenti sia
più povero e meno contestuale.
Tanti i canali, i programmi e i DVD destinati
alla prima infanzia, efficaci al punto
da incollare al monitor questi giovani
telespettatori ancora in erba.
Alcuni format si propongono quali programmi
educativi, che stimolano l'attenzione,
arricchiscono il vocabolario o addirittura
avvicinano all'arte pittorica o alla musica
classica. Nella realtà, dietro molti di questi
programmi, che promettono di trasformare un
bambino normodotato in un “Little Einstein”,
vi è un'industria enorme che frutta milioni e
milioni di euro. Non esiste una vera e propria
letteratura scientifica che possa provare il
valore didattico di questa fetta di mercato
televisivo e ritengo sarebbe opportuno
che specifiche ricerche ed un'adeguata
informazione ne attestassero la validità.
Ma la TV non è tutta da demonizzare e non
è solo spazzatura. Non diversamente dai
videogame o dal PC basta fruirne con misura
ed attenersi a qualche semplice regola.
E quindi:
♦ via la TV dalla cameretta: che non intacchi
la qualità del sonno e non si sostituisca alla
fiaba da leggere prima di dormire
♦ via la TV dalla camera da pranzo: bisogna
tutelare il tempo a tavola evitando
“dall'intrusa” e favorendo invece la
comunicazione verbale.
♦ evitare l'uso della TV come sfondo, durante
i compiti, il gioco o altre attività
♦ stabilire preventivamente il tempo,
preferibilmente coincidente con il
programma scelto
♦ prediligere trasmissioni adatti ai piccoli per
età e contenuto
♦ distrarre i bambini durante il
bombardamento pubblicitario
♦ rimanergli accanto a guardare e
commentare i programmi, riportando
sempre, per quanto possibile, ad un piano
di realtà
♦ evitare di ricorrere all'amica in 2D come
baby-sitter telematica.
Un giusto tempo e qualche precauzione
consentono di approcciare a quella fonte di
odio-amore che è TV, con serenità e cautela,
tutelando allo stesso tempo uno sviluppo
sociale e linguistico adeguato.