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processione è uscita dalla Chiesa di San Giuseppe,
con il consueto e toccante rito di apertura.
Io avevo il saio merlettato e la fascia viola, perché
insieme a Nemesio, Antonio e Tonino, aprivamo l’ultima parte della processione, la cosiddetta
“Fratellanza”, con il Priore e il Parroco.
E’ stato commovente quando, arrivati alla Parrocchia di Sant’Agnello, mentre tutti continuavano a
camminare, la nostra fila è entrata per prima, con
la Fratellanza a seguire, nella Chiesa di SS Prisco
e Agnello, per venerare l’”Altare della Reposizione”. Nell’aspettare di accodarci di nuovo al
coro del Miserere, ci siamo fermati sul sagrato della
chiesa e siamo stati oggetto di centinaia di fotografie
di tutti i fedeli.
Dopo aver attraversato le principali strade di
Sant’Agnello, è stato emozionante rientrare in
chiesa, con i cori del Miserere e delle donne, che,
cantando, hanno dato termine, in modo altrettanto
suggestivo, al rito religioso.
La Processione di San Giuseppe, oltre ad essere
una delle più lunghe di tutte le processioni della
Penisola sorrentina, è stata la prima in assoluto ad
adottare il volto coperto per tutti, cosicché il “farsi
vedere” non è vanto dei partecipanti e dei confratelli. Infatti, anche i Cerimonieri e addirittura il
Priore, da anni indossano il cappuccio.
In questi ultimi anni, finalmente, si è visto che
questo esempio, è stato seguito anche da qualche
altra processione; infatti, secondo il mio parere, per
una celebrazione religiosa è giusto che sia così; si
era arrivati a guardare più chi fossero e che cosa
facessero i partecipanti, che il simbolo o il significato storico e religioso che le stesse rappresentazioni
esercitano.
Cerchiamo di continuare queste suggestive
ed antiche tradizioni, facendo avvicinare ad
esse anche i giovani, coinvolgendoli sempre di
più nel seguire la storia della nostra penisola,
vanto di tutta l’Italia.
Foto di Raffaele Federico
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