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ANESTESISTA
Coxalgia
Che cos’è la coxartrosi?
Dottor
Antonio Coppola
Medico, pediatra, rianimatore,
anestesista specializzato nella
terapia del dolore
Cell. 3381705569
L’artrosi dell’anca, o coxartrosi, è la più
comune malattia che possa colpire l’anca
dell’adulto. E’ una malattia cronico-degenerativa, che si instaura progressivamente e conduce ad una disabilità crescente
nell’arco di alcuni anni.
Può essere grossolanamente definita una
sorta di “usura” dei capi articolari, nella
quale lo strato di cartilagine che riveste la
testa del femore e la cavità acetabolare si
assottiglia progressivamente fino ad esporre
l’osso sottostante. Questo reagisce addensandosi e producendo escrescenze periferiche appuntite, gli osteofiti.
Nelle fasi più avanzate della malattia la capsula articolare si ispessisce e i muscoli si retraggono fino a determinare le deformità che
caratterizzano le coxartrosi di vecchia data:
anche semiflesse, rigide, ruotate all’esterno.
Chi ne è colpito?
La coxartrosi è una patologia tipica dell’età
avanzata (oltre i 60 anni), soprattutto nelle
sue forme primarie (ovvero a causa ignota),
che dimostrano peraltro una certa predilezione per il sesso maschile.
Se si considerano le forme secondarie, cioè
conseguenti ad una patologia pre-esistente,
l’età media di insorgenza si abbassa a 35-40
anni e si osserva, almeno nel nostro paese,
una prevalenza femminile legata alla forte
incidenza della displasia dell’anca.
re, esiti di malattia di Perthes, malattia di
Paget…), raramente da disordini sistemici
(morbo di Cushing, assunzione protratta di
corticosteroidi, malattie dismetaboliche).
Come si manifesta?
Il paziente coxartrosico presenta un dolore
tipico (coxalgia), localizzato in sede inguinale e talvolta in sede glutea. E’ frequente
l’irradiazione del dolore lungo la faccia anteriore della coscia fino al ginocchio. Poiché
l’origine del dolore è essenzialmente meccanica, questo è provocato dalla deambulazione e dal movimento articolare in genere,
mentre viene alleviato dal riposo.
Il dolore indotto dal carico determina una
claudicazione di fuga: in altre parole, il
paziente tende a caricare poco sull’arto dolente, accorciando la fase di appoggio sul
piede corrispondente.
Il dolore indotto dal movimento provoca
per via riflessa la contrattura della muscolatura circostante, soprattutto dei muscoli
extrarotatori. Si osserva dunque una limitazione precoce della rotazione interna (ovvero il paziente non riesce più a ruotare la
punta dei piedi “all’indentro”) e, più tardivamente, anche degli altri movimenti, fino
al punto in cui semplici gesti come calzare
una scarpa diventano impossibili. Negli
stadi più avanzati la consunzione del rivestimento cartilagineo dei capi articolari può
generare accorciamenti significativi dell’arto interessato, fino ad oltre 1 centimetro.
Quali sono le cause?
Quali esami sono utili?
La coxartrosi primitiva è una condizione
di cui non è nota la causa determinante.
L’ambito delle coxartrosi primitive è destinato inevitabilmente a restringersi con il
progredire della conoscenza della malattia.
Oggigiorno, a differenza di quanto accadeva dieci anni fa, solo poche coxartrosi si
possono ancora definire primitive.
La coxartrosi secondaria dipende quasi
sempre da disordini locali (esiti di frattura, necrosi avascolare della testa, displasia
dell’anca, impingement femoro-acetabola-
La diagnosi di coxartrosi (e soprattutto la
sua classificazione) è squisitamente radiologica. E’ sufficiente una radiografia nelle
due proiezioni standard (anteroposteriore di bacino e assiale d’anca) per evidenziare i quattro segni radiologici fondamentali
dell’artrosi: riduzione della rima articolare,
addensamento dell’osso subcondrale, geodi
(ovvero cavitazioni dell’osso) e osteofiti.
Di seguito potete vedere la radiografia antero-posteriore (ovvero frontale) di un’anca
sana e quella di un’anca artrosica.
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