100% Fitness Mag - Anno VI Settembre 2012 | Page 13
SCOPERTE
SCIENZA
ALIMENTAZIONE
IPERTENSIONE,
4 fattori decisivi: peso, sport,
alcol e verdura
Su cento adulti in sovrappeso, pigri, che consumano molto alcol e
poche verdure, tutti e cento diventano ipertesi prima o poi. Invece, se
i cento hanno uno stile di vita sano e non sono grassi se ne ammalano
solo 35. Il risultato, presentato oggi al congresso della Società Europea
di cardiologia in corso a Monaco di Baviera sino a giovedì, sembra non
aggiungere molto a quello che già predica il buon senso.
Ma se si vuole trasformare il buon senso in indicazioni certe da dare alla
popolazione e, soprattutto, ai politici, per fare prevenzione di massa,
allora gli stili di vita vanno studiati come se fossero nuovi farmaci da
approvare. Specie se in gioco vi è una malattia, l’ipertensione, che,
tralasciando le sue responsabilità in infarto e ictus, è la quarta causa di
morte. E così, dopo aver seguito oltre 20mila adulti per 16 anni, ecco le
certezze uscite dalla ricerca coordinata da Pekka Jousilahti, dell’Istituto
nazionale per la salute e il benessere della Finlandia.
Peso del corpo, attività fisica, consumo di alcol e di verdure sono
risultati i 4 fattori che più influenzano lo sviluppo dell’ipertensione.
Il fumo si rivela meno influente, ma solo sull’ipertensione mentre rimangono confermati i danni a cuore, arterie e cervello. Inoltre, gli studi
hanno rivelato, come avviene per le sostante tossiche, che i 4 fattori
sommano i loro effetti. Nel senso che ognuno aggiunge (o sottrae
se assente) circa un 15% di rischio in più (o in meno).E così, basta
essere sovrappeso, ad esempio, per far salire (o scendere se si è
normopeso) di un 15% la probabilità di soffrire di pressione alta.
Un altro 15% si somma (o si sottrae) se si bevono più di 50 grammi di
alcol a settimana (circa mezzo litro di vino). Stesso incremento circa
( o decremento) per attività fisica inferiore a tre ore a settimana o se
si mangia poca verdura.”Il nostro studio era mirato alla prevenzione
dell’ipertensione ed è stato fatto su soggetti inizialmente privi della
patologia - ha precisato il professor Jousilahti - . Ma i risultati sono utili
anche per curare chi è già iperteso. I pazienti possono prima modificare
i quattro fattori di stile di vita e poi aggiungere i farmaci, se sono ancora
necessari per abbassare la pressione”.
Il cervello impara
anche mentre dorme
Studio, da sveglio ricorda le informazioni apprese nel sonno
Il cervello puo’ imparare anche durante il sonno. Una ricerca pubblicata sulla rivista Nature Neuroscience ha dimostrato che e’ in grado di
assimilare informazioni e reagire allo stesso modo a suoni e odori,
sia durante il sonno che mentre si e’ svegli. Coordinato da Anat Arzi,
dell’Istituto israeliano Weizmann di Rehovot, lo studio indica che l’uomo
puo’ apprendere nuove informazioni mentre dorme e questo puo’ inconsciamente modificare il suo comportamento di veglia.
SALUTE
CURIOSITÀ
L’obesità fa male al
cervello: accellera
il declIno cognitivo
Ingrassare non rovina solo il girovita ma può danneggiare anche il
cervello, che per colpa dei chili
di troppo rischia di invecchiare
molto prima del tempo. Il declino
cognitivo accelera e aumentano
le probabilità di ammalarsi di demenza. Affermazioni che possono
ricordare l’ultima boutade del guru
delle diete Pierre Dukan - tornato
in questi giorni al centro delle polemiche per aver detto di non avere
«mai incontrato un obeso che dicesse di avere il cervello a posto» - e
che invece sono la conclusione di
uno studio scientifico pubblicato su
‘Neurology’.
La ricerca è coordinata da Archana
Singh-Manoux dell’Inserm (Istituto
nazionale di sanità e ricerca medica) di Parigi e dell’University College di Londra, è stata finanziata, tra
gli altri, dagli Nih americani e dal
British Medical Research Council,
e ha coinvolto oltre 6.400 inglesi
dai 35 ai 55 anni che lavoravano
per lo Stato. All’inizio dello studio
i partecipanti avevano un’età media di 50 anni, e per tre volte in
10 anni sono stati sottoposti a test
cognitivi. Il 53% del campione era
normopeso, il 38% sovrappeso, il
9% obeso e il 31% aveva fattori di
rischio metabolici.
Dai risultati è emerso che nelle persone obese con problemi metabolici il declino cognitivo era di oltre un
quinto più veloce (22,5%) che nei
normopeso metabolicamente sani.
Il motivo non è ancora chiaro, ma
gli esperti ritengono che possa avere un ruolo l’aumento dei livelli di
zuccheri e colesterolo nel sangue.
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