100% Fitness Mag - Anno VI Novembre 2012 | Page 64
100% FITNESS MAGAZINE
FILOSOFIA
“L’amore semplicemente”
romanzo di Alessandro Golinelli edito da Frassinelli
E
allora, come la mettiamo con coloro che, per condizione, scelta, costrizione o per qualsiasi altro motivo, non hanno avuto alcuna esperienza della sessualità? Il treno per essi non passa? Il treno passa
per tutti, se è vero che coincide con la vita stessa, e contiene esperienze e forme d’amore a volte non riconoscibili immediatamente.Anche nelle condizioni più tremende e disperate, o quando nel vuoto assoluto, nella “notte oscura”
come la chiamano i mistici, si accende l’amore di Dio. Esse
sono frutto di quel meccanismo psicologico compensativo
che Freud chiama “sublimazione”. Elencarle tutte sarebbe
impossibile, ma bastano pochi esempi per comprendere
quando sia vasto il dominio dell’amore e delle sue espressioni. E viene subito in mente l’amore di un genitore per i
figli, e, all’opposto, l’abbraccio di madre Teresa di Calcutta
a un malato terminale o a un moribondo sottratto alle rive
del fiume. Due esperienze agli antipodi. In mezzo ci sono
tantissimi amori come quello per i trapassati o quello per
gli animali che ha indotto la grande Adriana Zarri, spirito
libero e teologa d’avanguardia a dedicare un libro alla sua
gatta Arcibalda che ha abitato nel suo eremo, quasi una
moderna arca di Noè, insieme ad altri animali.
E, a proposito di amore senza aggettivi, viene in soccorso un libro di Alessandro Golinelli, uscito a maggio per le
edizioni di Frassinelli. Un romanzo che racconta la storia
di due adolescenti, dentro una storia più grande, agìta apparentemente da forze oscure e incontrollabili, scatenata,
invece, dalla ferocia umana (l’uomo non è solo amore ma
è anche un animale criminale tra i più pericolosi) fino all’inverosimile. Il libro non è l’ennesimo romanzo, anche se
sempre necessario, sulle esperienze drammatiche e disumane della seconda guerra mondiale e sui campi di sterminio. Esso tratta di una storia d’amore, delicata e struggente
ad un tempo, che cattura fin dalle prime pagine e non la si
lascia finché non si riesce a conoscerne l’epilogo.
L’avvio è dato dalla fuga di seicento prigionieri dell’Armata
Rossa dal campo di concentramento di Mauthausen avvenuta realmente nel febbraio del 1945. Ma l’immaginazione
dello scrittore fa retrocedere la vicenda al 1944. Una liceale, Anna Helder, che abita poco distante dal campo di sterminio, disobbedendo alla madre come una rediviva Cappuccetto Rosso, decide, all’uscita dalla scuola, di tornare a
casa attraverso il bosco, per ammirare e sentire i profumi
delle piante e dei fiori. All’improvviso, tra un gruppo di SS,
brutte e minacciose, compare un giovane internato bellissimo, il quale, per attirare l’ attenzione della ragazza, pur
consapevole dei rischi che corre, sfiora un elleboro nigro
che lei stava ammirando. “Alzò lo sguardo incuriosita e si
trovò di fronte il volto di un giovane internato..... Il giovane si voltò verso di lei e lei si bloccò. Chiuse gli occhi per
riaprirli subito, però, temendo che fosse già passato e non
la guardasse più. Lo vide, così, fissarla, arrossire, assumere
Domenico Casa
Consulente filosofico
Cell. 3393318463
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un’espressione remissiva e abbassare gli occhi.” E’ la parte
centrale del romanzo, benché posta tra le primissime pagine.Infatti in quello scambio fugace di sguardi penetranti ,
è racchius