100% Fitness Mag - Anno VI Novembre 2012 | Page 46

100% FITNESS MAGAZINE FISIOTERAPISTA caduto, mentre le emozioni vissute durante il trauma possono essere rivissute nel presente senza comprenderne il motivo. Nel tempo, si può instaurare il distacco emotivo: dissociarsi dall’emozione dolorosa significa annullare tutte le emozioni, e la persona può apparire emotivamente svuotata, preoccupata, distante o fredda. Quando i sintomi del trauma non regrediscono ed il paziente non crede che la sua condizione migliorerà, si può giungere a provare sentimenti di disperazione, perdita di autostima ed anche alla depressione. (Wikipedia) Emozioni presenti al momento del trauma come rabbia, paura o sensi di colpa favoriscono e predispongono la formazione di cisti energetiche (zone molto contratte), mentre stati d’animo felici ne favoriscono la dispersione. Tutto questo si ripercuote sulla respirazione e causa un alterazione del ritmo respiratorio. Molte persone, inconsapevolmente, per cause strutturali o “emotive”, non respirano bene, non riescono neanche a sbadigliare; questo è indice di stress e di un “Diaframma” bloccato in inspirazione, (come quando siamo presi da uno spavento). Il risultato è un respiro corto e superficiale. Cosa succede se il diaframma è “bloccato”? Il diaframma è il muscolo respiratorio; ha la forma di un paracadute ancorato alla colonna vertebrale. Grazie al suo movimento di risalita e discesa permette la compressione e decompressione di tutti gli organi e visceri ad esso connessi. In particolare sul diaframma si appoggia il cuore ed i polmoni, mentre al di sotto sono ancorati il fegato, lo stomaco, il pancreas ed il pacchetto intestinale, e posteriormente si adagiano i reni. Quindi il movimento diaframmatico durante la respirazione permette un movimento armonioso tra i vari organi. Un diaframma che non lavora bene, perché magari è trattenuto in inspirazione a causa di un trauma, condizionerà il movimento, e quindi la funzionalità, di tutto ciò a cui è connesso. Cosa si può fare e come funziona il SER? Un lavoro sul cranio e di rilassamento del diaframma! Il SER inizia attraverso una comunicazione tattile tra il terapista ed il paziente; è il risultato di un “tocco” intenzionale, quindi pieno di significato. Quando nell’approccio al trattamento, posiziono la mano sulla pancia del paziente, al primo tocco con il diaframma, dalla reazione che ottengo sotto al palmo della mano, valuto l’aspetto psicosomatico legato al problema del paziente. La riuscita del trattamento è proporzionale al rapporto di fiducia che si instaura tra paziente ed operatore, da come il corpo si sente accolto dalla mano dell’operatore, dalla sensazione piacevole o spiacevole che quel tocco riesce ad evocare e dal rilassamento del diaframma mediante l’acquisizione di una respirazione corretta e profonda guidata verbalmente e veicolata manualmente dall’operatore. Molte volte mi è capitato di trattare, ad esempio, spalle dolorose, che si sono normalizzate soltanto facendo un buon lavoro sulla respirazione e sul diaframma. La cisti energetica crea zone con un aumento dell’entropia. L’entropia in fisica è una grandezza che viene interpretata come una misura del disordine (caos) presente in un sistema qualsiasi. I sistemi biologici possono riorganizzare le informazioni, inibire o invertire la progressione dell’entropia rilasciando energia attraverso l’assunzione di una posizione “terapeutica”. Tale è la posizione che il paziente assume in modo autonomo alla ricerca di una “comodità” che permetta al corpo di allentare le tensioni e scaricare la “cisti energetica”. …in cerca della via d’uscita contraria alla strada d’ingresso... Alla posizione terapeutica è associata spesso la liberazione di emozioni legate al trauma. Queste emozioni vengono legate all’inconscio tramite gli organi di senso quali la vista, l’udito, l’olfatto, il gusto (…un particolare legato all’evento). Il rilascio di emozioni e dolori trattenuti dall’inconscio passa attraverso una consapevolezza del paziente durante il trattamento, oppure entro le successive 48 ore. Queste emozioni vengono associate poi all’incidente originario. Quando il paziente diventa consapevole dell’emozione rivivendo il trauma in una condizione di oggettivo distacco allora gli effetti del trauma sono eliminati ed il dolore psicosomatico passa. Si tratta di un lavoro empatico con la respirazione del paziente, mentre si percepiscono, si allungano e si rilasciano le tensioni delle strutture a contatto co