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LOGOPEDISTA
L’autismo
“…nessun uomo è un’isola,
completo in sé stesso;
ogni uomo è un pezzo del continente,
una parte del tutto...”.
John Donne
Dottoressa
Mariarosaria
D’Esposito
Laureata in Logopedia presso
l’Università di Napoli Federico
II. Disponibile telefonicamente
Giovedì e Sabato dalle 09.00
alle 13.00 - Cell. 338.3191494
N
onostante siano trascorsi ben
60’anni da quando Leo Kanner
per primo individuò l’autismo,
ancora oggi le nostre conoscenze
risultano limitate ed in continua evoluzione.
Poco si sa delle cause, della prognosi e dei
tratti distintivi del quadro clinico; tuttavia,
negli ultimi anni, l’aumentata sensibilità delle istituzioni, dell’opinione pubblica, della
ricerca e del personale medico ha favorito lo
sviluppo di maggiori competenze cliniche,
con la conseguente riduzione dei tempi di
diagnosi per i soggetti con disturbi autistici.
L’autismo, volendo ricorrere ad una definizione estremamente sintetica e riduttiva,
rappresenta un “disordine dello sviluppo”
con esordio entro i primi tre anni di vita,
caratterizzato da:
deficit delle aree linguistiche: la
comunicazione (non solo verbale)
può risultare
alterata o del tutto assente
deficitaria capacità di integrazione sociale, con gravi difficoltà ad
instaurare scambi e relazioni emotive con
coetanei ed adulti; tendenza all’isolamento
e spesso assenza di contatto visivo diretto
interessi ristretti e comportamenti ripetitivi: il soggetto assume
posture ed effettua movimenti stereotipati
(tipico lo “sfarfallio” delle mani ed il dondolamento)
resistenza al “nuovo” ed al cambiamento: la reazione del soggetto
autistico di fronte ad un oggetto lasciato in
disordine o semplicemente spostato, in una
stanza a lui nota, sarà quella di riportarlo
immediatamente al suo posto.
È presente talvolta ritardo mentale.
L’enorme eterogeneità delle forme e del
grado di severità dei tratti distintivi della
sindrome, hanno indotto la distinzione in:
quadri tipici, in cui sono presenti
tutte le caratteristiche, con diversi
livelli di gravità
quadri atipici (o disturbi dello
spettro autistico) in cui alcuni tratti distintivi risultano assenti o fortemente
attenuati (come la Sindrome di Asperger)
L’autismo colpisce soggetti appartenenti a
tutte le razze ed a ogni tipo di estrazione
sociale, con una prevalenza nei maschi di
7-8volte superiore alle femmine.
Le cause risultano ancora ignote. La ricerca
è attualmente incentrata per lo più sull’indagine genetica, essendo stato comprovato
un importante tasso di ereditarietà.
Numerose le metodiche riabilitative ed
estremamente ampio il panorama dei possibili approcci terapeutici, più o meno riconosciuti e standardizzati.
L’ equipè multidisciplinare, alla quale è affidato il protocollo diagnostico e “abilitativo”,
coopera al fine di favorire l’uscita del soggetto dall’isolamento, la conquista di una
buona capacità comunicativa (in molti casi
prima orale, poi scritta), il raggiungimento
delle autonomie personali.
Qualunque intervento terapeutico si decida
di adottare, risulterà comunque necessario
supportare la famiglia ed aiutarla a modellarsi ed a modificarsi in ragione del soggetto
svantaggiato. L’adeguamento, visto da una
prospettiva più ampia, dovrebbe (ma purtroppo ancora non è così!) coinvolgere ed
appartenere ad ogni società, che si voglia
definire “civile”.
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