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PEDIATRA
secondaria, a molteplici fattori quali
gravidanza, malattie neurologiche
e psichiatriche, endocrino-metaboliche, muscolari, del collagene,
malformazioni congenite, farmaci,
tumori, lesioni locali ano-rettali.
La stipsi è un fenomeno molto comune in età pediatrica e si ritiene
interessi una percentuale variabile tra
il 16% e il 37% dei soggetti in età scolare. Mentre nella popolazione adulta
è più frequente nelle donne (4:1) e
negli anziani, nei bambini è più frequente nei maschi (2:1) La stipsi
cronica funzionale è causata spesso
dalla volontà del bambino di evitare o
ritardare un’esperienza, vissuta come
dolorosa e sgradevole, attraverso la
ritenzione volontaria delle feci.
Molteplici eventi possono influenzare il manifestarsi di una
stipsi funzionale cronica. Il passaggio dal latte materno a quello
formulato, l’eliminazione del pannolino con conseguente rifiuto della
defecazione nel vasino, cambiamenti
nella dieta o nella routine giornaliera,
presenza di situazioni ambientali o
familiari vissute come stressanti da
parte del bambino, patologie intercorrenti, indisponibilità della toilette
o desiderio di non usare la toilette
fuori di casa, eccessiva concentrazione nelle proprie attività quotidiane,
tale da fare passare in secondo piano
la defecazione. La ritenzione delle
feci conduce a una prolungata stasi
delle stesse nel colon, con eccessivo
riassorbimento di liquidi e incremento della loro consistenza e calibro.
Il passaggio di queste feci dure e di
calibro aumentato produce una distensione dolorosa dell’ano. Si instaura, quindi, un circolo vizioso in cui i
bambini sono sempre più spaventati
dalla defecazione e sempre più cercano di rinviarla con meccanismi attivi
di ritenzione, contraendo lo sfintere
anale esterno e i glutei. Sembrano
quasi iniziare una sorta di danza: si
mettono in punta di piedi e vanno
avanti e indietro mentre cercano
di irrigidire i glutei e le gambe, si
contorcono, e, spesso, finiscono col
nascondersi in un angolo. I genitori,
molte volte, interpretano questi movimenti come il tentativo di sforzarsi
di defecare mentre è esattamente il
contrario. Con il tempo il retto si dilata e si abitua alla presenza di queste
masse fecali, rendendo lo stimolo alla
defecazione meno frequente e impellente. La distensione delle pareti del
retto può condurre all’instaurarsi di
fenomeni di encopresi (fuoriuscita
involontaria di feci),
La stipsi si combatte innanzitutto
con modifiche dietetiche e delle
abitudini di vita: introduzione di
fibre(cosiddetta dieta ad alto residuo), abbondante idratazione, rieducazione dell’alvo(abituarsi a sedersi
regolarmente per un congruo periodo
sul water dopo i pasti), attività motoria regolare. Solo in seconda battuta
si ricorre ai lassativi. Manovre locali
sull’ano, quali supposte e clisteri,
aumentando l’irritazione e il dolore locale, sono spesso controproducenti, anche perché possono
creare l’abitudine ad uno stimolo
esterno facilitatorio.
Le fibre contenute nella dieta non
vengono degradate dai succhi digestivi e mantengono la loro struttura richiamando acqua nel lume
intestinale; l’aumento della massa
fecale accelera il transito e riduce la
disidratazione del contenuto colico.
Le fibre inoltre vengono fermentate
dalla microflora intestinale con produzione di gas e acidi grassi a catena
corta, che restano intrappolati nelle
feci , con ulteriore aumento della
massa fecale e stimolo della motilità
intestinale.
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