100% Fitness Mag - Anno VI Maggio 2012 | Page 18

100% FITNESS MAGAZINE PSICOPEDAGOGISTA sto, provato particolarmente nei confronti del proprio corpo in così rapida trasformazione. Un’altra emozione spiacevole sovente provata dai giovani è la vergogna. Tale sentimento, che è alla base di inibizione, incertezze e timidezza eccessiva, ha a che fare con il sentirsi esposti alla valutazione degli altri. Infine gli adolescenti devono risolvere giorno dopo giorno un conflitto dovuto alla presenza di due condizioni esistenziali fortemente contrapposte: da un lato la rilevante subordinazione alla famiglia, che non consente scelte autonome e piena libertà; dall’altro la spinta, forte e insopprimibile, all’autorealizzazione e all’indipendenza. In questa fase tumultuosa i ragazzi devono dunque gestire molte variazioni, combattere paure e orientare desideri. Che fatica deve essere! Un corpo che cambia,le sicurezze dell’infanzia che si dissolvono, un futuro incerto da esplorare, nuove prestazioni da offrire: ce n’è abbastanza per mettere a dura prova l’identità faticosamente costruita fino a quel momento. In genere gli adolescenti vengono ‘mollati’ dai genitori e dagli adulti significativi, convinti che il più è fatto e che i figli non abbiano più bisogno di sostegno e accompagnamento…e inoltre, il più delle volte perdono le sicurezze e le competenze emozionali acquisite e interiorizzate nelle età precedenti, andando incontro a rischi e forme di disagio variamente espresso. Un figlio che cresce, infatti, è un figlio che si sta preparando ad andare via, ma la completa autonomia e la libertà necessarie sono ancora lontane. La ‘valigia della sicurezza’ non è evidentemente ancora pronta. Malgrado il motorino, le vacanze con gli amici e non più al seguito dei genitori, le uscite serali, il diploma, la ragazza o il ragazzo e poi l’università, costituiscano momenti di crescita e di allontanamento, gli adolescenti hanno più che mai bisogno di vicinanza e supporto. Anche se in un certo qual modo vostro figlio è già un po’ meno figlio e più un vostro pari, il bisogno di sicurezza riposto nei genitori è ancora estremamente elevato. L’adolescenza rompe tanti equilibri, tanti collaudati meccanismi. Si dice che le madri devono partorire i figli più volte: a ogni nuovo distacco, a ogni nuova situazione di fatto. Si dice anche che i padri, a un certo punto, si trovano in difficoltà in quanto non sanno più cosa devono dire o insegnare ai figli che ormai ne sanno più di loro. Tra gli sforzi compiuti dai figli per separarsi dai genitori e le perplessità degli stessi genitori, numerosi possono essere i conflitti, le incomprensioni, le contrapposizioni. Quante paure si producono con l’esplosione dell’adolescenza! Quante energie contrapposte si mettono in gioco! I figli vogliono libertà; i genitori hanno paura di concederla. I figli temono l’autonomia e chiedono aiuto; i genitori non riescono a decodificare in modo appropriato le paure dei figli e le loro richieste di sostegno e vicinanza. E ci sono anche i genitori che fanno finta di niente, che credono che i figli adolescenti non abbiano bisogno di nulla e li lasciano di fatto da soli alle prese con angosce e paure che, di lì a poco, potrebbero trasformarsi in condotte disadattate. A vederla così, l’adolescenza sembra proprio una brutta malattia, ma non è affatto così. Sotto la maschera di quegli ufo sbarcati improvvisamente nelle vostre case, ci sono solamente dei figli che si stanno attrezzando per diventare adulti. Hanno però un problema importante: devono staccarsi da voi e rivolgere attenzioni, passioni ed energie verso amici, compagni e partner tutti da esplorare e con cui condividere il futuro. Questo processo si chiama differenziazione. Ogni figlio, da una certa età in poi, deve provare ad esercitare la propria autonomia. Per farlo, oltre a poter contare sulle condotte e competenze acquisite fino a quel momento, ha necessità di essere diverso dai genitori: l’uguaglianza e la similitudine infatti, non favoriscono apprezzabili processi di crescita né la costruzione di un’identità stabile nel tempo. In questa fase egli deve piuttosto identificarsi con nuovi modelli, costruendo con loro la stabilità del proprio ruolo e una nuova identità. Il desiderio di possedere le stesse cose, di ascoltare la stessa musica, di indossare lo stesso abbigliamento e perfino di avere gli stessi pensieri consente di evitare ai giovani la frammentazione delle relazioni sociali e il gruppo diviene così una nuova famiglia. Si assiste perciò, a volte, a una corsa sfrenata per essere i primi a essere uguali. Uguali a tutti, ma diversi dai genitori. Quel piercing che non sopportate e su cui consumate lotte e discussioni a non finire, significa due cose: “Io sono grande e sono ormai cresciuto. Devo sperimentare l’autonomia e la mia libertà e lo faccio rendendomi diverso da voi.” “Ho paura di staccarmi da voi. Nell’affrontare la pericolosità del mondo e la precarietà del futuro devo perciò aderire senza riserve a un patto di condivisione proprio con questo gruppo, diverso dagli altri gruppi.” Per aderire al quotidiano e adattarsi alla precarietà, l’identità debole degli adolescenti ha bisogno di conferme, segni di appartenenza e simboli di comunanza. Non esistono più grandi sistemi di valori e ideologie totalizzanti, come quelli forniti in passato dalla politica o dalla religione, e dunque i giovani hanno difficoltà a riconoscere un’identità collettiva ben definita. Con l’eccezione dei grandi concerti musicali e di alcuni eventi sportivi, non esistono situazioni in grado di aggregare i giovani facendoli sentire parte di una realtà intera, condivisa e gratificante. Il mondo degli adulti offre ben pochi itinerari verso l’identità e la gratificazione e quei pochi esistenti sono generalmente pieni di ostacoli e limiti. Musica e pallone non bastano. Forse dietro quegli ufo si trova solamente un mondo alieno e alienante e loro, i nostri figli adolescenti, tentano di abitarlo e di adattarsi all’atmosfera come possono. A volte gli sforzi per adattarsi superano i limiti di resistenza e i ragazzi cercano di anestesizzarsi tuffandosi in esperienze estreme. Ma questa è un’altra storia. Intanto voi, anche se hanno i capelli verdi, state loro vicino e non perdete l’abitudine di contenerli