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PSICOPEDAGOGISTA
verità è l’inizio della pace, perché
non avremo più paura del nostro
io, non dovremo più cercare potere,
successo, soldi, ruoli prestabiliti e
rigidi, per evitare di soffrire. Si tratta
solo di riconoscere che siamo ’piccoli’
e che apparteniamo a qualcosa di più
grande…
Quando comincia
la ricerca vera
La ricerca vera del motivo profondo
per cui siamo su questa terra comincia,
in genere, quando si sente che si sta
per morire psicologicamente. Quando
si è stanchi della vita che si conduce.
Quando si sente di stare per perdere
ciò per cui si è lottato tanto. Quando
si perdono le persone care. Quando ci
lasciano le persone che amiamo, che
abbiamo amato. Quando ci si accorge
di aver sbagliato tutto. Quando si
comprende che la vita che si conduce
non ha senso.
Il VIAGGIO ha inizio nella storia
della propria vita, dove si impara a
sopravvivere, a vedere il bianco e il
nero, il buono e il cattivo, il male e
il bene.
Poi, può essere per un abbandono,
per un rifiuto, per una delusione,
per un insuccesso, per una malattia,
noi dobbiamo CADERE. Il nostro
viaggio continuerà o si fermerà
secondo il modo in cui viviamo la
caduta. Se ci identificheremo in
essa, ci fermeremo; se, al contrario,
la vivremo come un’occasione per
capire che siamo parte di qualcosa
di più grande, allora andremo avanti
nel viaggio.
La caduta dunque è necessaria. Se
osserviamo i nostri bambini quando
cominciano a muovere i primi passi,
comprendiamo ancor meglio perché..
E’ con la ‘caduta’ che percepisco di
avere un corpo, di avere dei limiti, di
muovermi nello spazio, di imparare
come si cresce…Magari usando
tutto il coraggio che mette in gioco il
bambino quando, fiducioso, si rialza
dopo la botta e riparte….
Saper cadere
Non credo che si possa rinunciare
a qualcosa se si vuole avanzare
nel proprio viaggio esistenziale.
Gli antichi dicevano che, quando
si rinuncia a qualcosa, si rimane
legati a quella cosa. Non dobbiamo
rinunciare, ma cercare di andare al
di là, cercare di capire il vero valore
di quella cosa.
Per questo non si deve avere paura di
conoscere se stessi, anche nelle parti
più deboli. Per questo credo che si
debba conoscere anche il proprio
corpo per sapere di più sullo spirito,
come il conoscere la parte istintuale
porta a conoscere meglio quella
concettuale.
Bisogna avere sbagliato per vivere
meglio in spiritualità. L’importante
è ricordarsi di essere persone
comunque amate da Dio. Dio ci
lascia liberi, anche di sbagliare, ma è
sempre pronto ad accoglierci. Quando
cadiamo, Dio è pronto a raccoglierci.
Esattamente come facciamo noi con i
nostri bambini quando imparano con
difficoltà a camminare….
Saper guardare dentro
Il viaggio di cui io parlo, è un percorso
interiore affascinante ma spesso
doloroso. Esso esige un cambiamento
profondo della personalità nel modo
di conoscere, di percepire le cose,
le persone, nel modo di vivere le
emozioni, nel modo di agire, di
comportarsi. Un tale cambiamento
non avviene automaticamente, senza
sofferenza, senza il guardarsi dentro
con sincerità.. E non serve, per
questo viaggio, cambiare all’esterno
di sé, non serve uniformarsi a regole
formali, esteriori, seppur buone,
seppur improntate al bene, all’amore,
al servizio.
Quante persone, a questo proposito,
sono convinte, illusoriamente, che
certi comportamenti buoni, ripetuti
devotamente, possano bastare per
essere trasformati. Al contrario,
questi moduli comportamentali, al
di là delle buone intenzioni, al di
là dell’apparenza, agiscono come
abitudini, rigidità, ossessioni.
Mi sono convinta, dopo diversi anni
di professione e di incontro con le
persone, che il vivere in maniera
positiva, autentica, comporta continui
e profondi cambiamenti della
personalità. L’esistenza terrena è per
ognuno di noi un cammino che va dal
livello fisico a quello psicologico fino
allo spirituale, se vuole veramente
essere completo, se vuole soddisfare,
realizzare, raggiungere il proprio
scopo più autentico. Se vuole dirsi
UMANO.
Questo tipo di vita, questo progetto
di cambiamento positivo, reale,
necessita della responsabilità
personale, deve essere voluto,
SCELTO. E per fare ciò, occorre
porsi davanti a se stessi, alla propria
nudità, alla propria fragilità e al
proprio mistero. Ma per conoscersi
autenticamente, bisogna non
cadere nelle trappole mistificatorie,
ingannatrici, autogiustificative,
narcisistiche, manipolative della
propria nevrosi. Bisogna saper
discernere.
Saper discernere
Durante il viaggio è facile perdersi.
Perdersi nelle attrattive illusorie..
Volere tutto e subito.
Il viaggio di cui parlo, non è un modo
per conquistare la felicità, ma per
riconoscere che essa è già dentro di
noi. Da sempre. Per questo si tratta
di un viaggio attraverso l’esperienza,
attraverso la vita di ogni giorno,
più che di un insieme di concetti,
di regole. Inoltre, abbiamo perso il
senso del sacro, delle tradizioni. Tutto
è prodotto per essere consumato. I
nord-americani dicono che il mondo
è metà da comprare e metà da
vendere, che tutti hanno un prezzo,
eccetera.. In fondo confondono Dio
con il denaro, e di sicuro lo facciamo
anche noi..
Ma per compiere il viaggio di cui
parlo, occorre sapere chi si è: esseri
di origine divina. Sacri. Senza prezzo.
Purtroppo oggi molte persone
credono di non possedere un valore
intrinseco in quanto persone, non
sono convinte della propria identità,
assorbono tutto, senza discernere,
senza separare. Gli antichi sapevano
invece, che bisogna saper dividere
per poi unire. Bisogna potare una
pianta, se la si vuole rendere forte e
vitale….. Continueremo il viaggio
nel prossimo numero!...
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