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NUTRIZIONISTA
ormoni T3 e T4, fondamentali per la regolazione
del metabolismo. Ciò significa che poco iodio potrebbe farti aumentare di peso, oltre che farti sentire
facilmente affaticato.
Se si hanno bassi livelli di iodio nell’organismo, la tiroide si adatta alla situazione
riducendo l’eliminazione urinaria e il
metabolismo.
Per assicurarsi le giuste quantità di questo elemento non devono mancare pesci di mare e crostacei,
carne, uova, latte, frutta e verdura, cereali integrali,
tutti alimenti che forniscono buone dosi di jodio.
Non solo iodio...
Anche il magnesio è assolutamente necessario per
il benessere e la salute dell’intero organismo, essendo coinvolto in più di 300 processi fisiologici.
Senza un apporto sufficiente di questo minerale,
ogni cellula dell’organismo farà fatica a produrre
energia e il lavoro della tiroide, di conseguenza,
tenderà a rallentare.
La soluzione è l’integrazione della tua dieta con più
alimenti ricchi di magnesio, come vegetali a foglia
verde, cereali e banane. Puoi anche prendere in
considerazione supplementi alimentari: sono infatti
poche le persone che arrivano ad assumere i 400
mg raccomandati attraverso la dieta.
Consigli pratici per
dimagrire senza stress
Riassumendo…ecco come aiutare la tiroide a lavorare
bene e il metabolismo a bruciare di più.
Da leggere e memorizzare!
Gli eccessi creano dipendenza: ciò vale
in particolare per i carboidrati semplici, come
dolci, marmellata, zucchero, miele, ma anche
pasta, pane e riso bianchi. Più zuccheri mangiamo meno
zuccheri abbiamo nel sangue, e ne vogliamo ancora: è il
paradosso dell’insulina. Questo ormone porta il glucosio
dal sangue alle cellule e quello che non si trasforma in
energia viene immagazzinato in grasso. Più zuccheri si
mangiano, più si produce insulina... Abbiamo di nuovo
fame, perché il glucosio nel sangue si abbassa: ci si sente
ansiosi, privi di concentrazione, si possono avere capogiri
e tremori. Questi eccessi, oltre a “sballare” il metabolismo, fanno aumentare il peso corporeo. La soluzione?
Ai pasti, colazione compresa, non esagerare con i carboidrati e associali alle proteine che - stimolando l’ormone
glucagone - rialzano la glicemia ma senza innescare il
meccanismo che scatena la fame.
Non dimentichiamo poi i grassi buoni
(olio d’oliva, pesce grasso e noci): rallentano
l’assorbimento degli zuccheri e quindi la risposta dell’insulina è più modesta.
Infine, nella scelta dei carboidrati (occhio in
particolare agli spuntini), invece di valutare
l’aspetto calorico, è più utile preferire quelli
che hanno un basso indice glicemico.
Alimenti che entrano in circolo lentamente fanno salire
la glicemia in modo progressivo, senza picchi, e producono una modesta reazione insulinica: questo fa sì
che l’organismo accumuli meno adipe. Ecco qualche
esempio: orzo, pane di segale, frutta, legumi, verdura e
ortaggi, latte e yogurt (che forniscono proteine insieme
a carboidrati).
Se, invece di basare la dieta sul calcolo delle
calorie, teniamo conto dell’indice glicemico,
possiamo anche concederci delle porzioni più
abbondanti: 10 g di pasta hanno la stessa quantità di
carboidrati di 150 g di frutti di bosco. E se è vero che è
impossibile “accontentarsi” di una porzione così scarsa
di pasta, occorre dire che una coppetta di frutti di bosco
salva linea dà maggiore soddisfazione al palato.
Ciò non significa che le calorie siano superate,
sono due diversi approcci dietetici: uno basato
sulla quantità e l’altro sulla qualità dei cibi. Sceglierli in base al loro indice glicemico è utile soprattutto
quando l’apporto calorico complessivo è corretto, ma si
ha bisogno di perdere 3-4 chili di troppo.
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