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NEUROPSICOMOTRICISTA
Mamma non
voglio crescere
R.
ha 7 anni e quando la mamma fa anche solo 2 minuti
di ritardo inizia a piangere
quasi in modo inconsolabile, utilizza un linguaggio baby-talk, è
angosciato dalla paura di morire o che i
genitori possano morire, spesso quando si
arrabbia perde il controllo, non si riesce a
gestire; P. ha 5 anni è una bambina molto
timida si nasconde dietro la mamma se
solo una persona la guarda, si relazione
come una bambina di 3 anni; A. ha 9
anni utilizza sporadicamente il baby-talk,
modalità infantili per relazionarsi con
l’adulto, pretende che la mamma gli stia
accanto durante i compiti, se lo lascia per
poco lui sbaglia, ricerca tutta l’attenzione
della madre è diventato un “carnefice” …
Tutti questi bambini presentano sintomi
vari ma facilmente riconducibili ad una
situazione di disagio e/o chiara sofferenza
psicologica. I sintomi più frequenti sono
noti: discontinuità nell’impegno educativo, difficoltà nell’ascolto, nella comunicazione o nella rielaborazione personale,
labilità attentiva, difficoltà nella memorizzazione, scarsa autostima; difficoltà a
controllare il loro comportamento nelle diverse situazioni scolastiche, labilità affetti-
Dottoressa
Daniela Caiafa
Laureata in
Neuropsicomotricità dell’età
evolutiva, presso l’Università di
Napoli Federico II
Disponibile telefonicamente
Lunedì e Sabato dalle 09.00 alle
13.00 - Cell. 347.5477785
va, difficili rapporti relazionali
con i compagni e con gli insegnanti, insofferenza alle regole e norme scolastiche, disturbi psicosomatici, depressioni,
e, nei casi più gravi fobie,
stereotipie, ecolalie, distacco
dalla realtà, notevole difficoltà
nella comunicazione. Le difficoltà nell’apprendimento
da parte dei soggetti con disturbi psicologici si possono facilmente comprendere se si pensa che l’attenzione
è necessariamente selettiva. Le ansie,
le paure, i problemi interiori insoluti o
conflittuali agiscono come stimoli che si
sovrappongono agli apprendimenti. Stimoli che il soggetto a volte riesce a trascurare, mentre altre volte, a causa della loro
intensità e pregnanza, impediscono che
l’attenzione sia rivolta allo studio o alla
richiesta dell’insegnante. L’altra causa che
rende difficile e a volte impossibile l’apprendimento, riguarda la difficoltà
di fermare l’attenzione per quei momenti indispensabili alla comprensione e alla memorizzazione. Il bambino
con gravi problematiche interiori si ritrova
come un viaggiatore su un treno super veloce. Sballottato e trascinato dalla
sua corsa non è in grado di cogliere,
mediante la riflessione, tutti quegli
elementi e quei particolari indispensabili
per ottenere una buona comprensione. Per
tali motivi l’obiettivo primario in questi
soggetti deve necessariamente riguardare
la loro serenità interiore, perché è questa
la premessa indispensabile per ogni apprendimento.
Insistere, come spesso viene fatto, con
minacce, rimproveri e ricatti affinché
l’attenzione sia rivolta allo studio e
all’apprendimento non comporta nulla di positivo. Infatti, anche se momentaneamente lo stimolo forte e violento che
noi mettiamo in atto, cattura per un momento la sua attenzione, la violenza che
stiamo esercitando peggiora di molto il suo
mondo interiore. Se dovessimo elencare
le cause che portano sempre più spesso
i bambini a manifestare più o meno gravi
segni di sofferenza psicologica, potremmo
così riassumerle.
Cause legate agli educatori: immaturità; inadeguatezza al compito educativo e
formativo; scarsa presenza o mancanza di
uno o di entrambi i genitori; separazione;
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