100% Fitness Mag - Anno VI Dicembre 2012 | Page 54
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SESSUOLOGIA
senza mai raggiungere l’orgasmo.
L’eiaculazione non è “il fine dell’uso
della pornografia, ma è il mezzo per
interrompere in qualche modo la seduta pornografica” (id., p. 63). Questa testimonianza assomiglia molto a
quella di un giocatore d’azzardo patologico di fronte ad un videopoker,
il quale incurante di vincere o perdere, appare interessato solamente a
poter perpetrare il suo (non) rapporto con la macchina. Una non relazione che comporta una fuga dalla
realtà. Viene quindi da chiedersi:
cosa affascina della pornografia? Ciò
che viene esplicitamente rappresentato (ad es. una cruda sessualità) o
ciò che le manca? (ad es. la carenza
di relazione).
Chi consuma materiale porno
dovrebbe sapere che l’immagine pornografica è pur sempre
un’immagine, una scena, una
finzione. Che gli attori porno
sono interpreti e che “il rapporto sessuale esiste solo in quanto immagine e si compie solo
perché la macchina da presa
sta filmando. Una scena non
si gira in un’unica volta e dura
molte ore. Esiste un baratro fra
quello che vede lo spettatore e la
situazione reale quando si gira”
(Ovidie, 2002, p. 40). Sarebbe interessan te vedere come reagirebbe
il consumatore “abituale” di porno
di fronte al making of di un film
hard. Rapportarsi concretamente al
concetto di finzione accrescerebbe
o diminuirebbe la sua eccitazione
sessuale? Vedere i propri “pornoattori preferiti” in contesti “quotidiani”
(ad es. in una trasmissione in tv)
provocherebbe dei cambiamenti nei
suoi consumi? A tal proposito, Ovidie prova a smontare il mito delle
attrici porno: “Avete presente Rambo? Ebbene quando Stallone torna a
casa non indossa la mimetica e non
uccide comunisti. Perché non è più
cinema. Per le pornostar è la stessa
cosa. Non ci sono due stalloni che
la aspettano nella Jacuzzi. A dire il
vero non c’è nemmeno la Jacuzzi”
(id., p. 20). Lo schietto punto di vista
della pornostar è molto utile proprio
perché dà la possibilità di guardare il
mondo dell’hard da una prospettiva
insolita ma arricchente. Alla fine di
questo percorso viene quindi spontaneo chiedersi cosa sia davvero la
pornografia: se un “contenitore”
vuoto, teso a riempirsi del vastissimo
insieme delle fantasie sessuali umane o uno specchio fedele di queste
stesse fantasie. In altre parole, la pornografia influenza o rappresenta il
suo consumatore? Purtroppo non è
possibile fornire la risposta, ma a tal
proposito potrebbe essere opportuno
“promuovere una salute sessuale
strettamente connessa al concetto
più ampio di educazione sessuoaffettivo-relazionale ancora oggi
inesistente” (Quattrini, 2010).
Il materiale pornografico, come tutto ciò che è rappresentazione di una
sessualità spesso vissuta e trasmessa
culturalmente tra generazioni con
espressioni conflittuali quali tabù e
ignoranza, può anzi deve diventare
oggetto di espressione, creazione,
sicurezza, in una semplice parola
benessere.
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