100% Fitness Mag - Anno VI Aprile 2012 | Page 24

100% FITNESS MAGAZINE PEDIATRA I bambini possono seguire la dieta vegetariana? Dottor Carlo Alfaro Pediatra I l “vegetarianismo” in età pediatrica richiede particolare attenzione in quanto il fabbisogno calorico, di proteine, vitamine e minerali è più alto durante l’accrescimento, e può non risultare soddisfatto da diete non congrue. Comunque, esistono prove a favore del fatto che le proteine vegetali derivanti da diversi alimenti possono dar luogo ad un normale accrescimento dopo lo svezzamento, se la dieta è ben bilanciata. Sebbene la parola “vegetariano” sia stata usata per la prima volta nel diciannovesimo secolo, la nozione di un’alimentazione composta solo da verdura, frutta e cereali, pur disponendo di altri alimenti, deriva dai tempi antichi. Fino ad alcuni decenni fa, era opinione comune che i primi esseri umani seguissero una dieta vegetariana, con un alto contenuto di fibre ed un basso contenuto di grassi, in conformità con le moderne nozioni sulle diete salutari. In realtà, gli umani primitivi allattavano al seno i bambini per molti mesi, in quanto non erano disponibili altre fonti alimentari adeguate per l’infanzia, ma non erano vegetariani, non nutrendosi esclusivamente di frutta e vegetali, ma anche della selvaggina che essi stessi cacciavano. Con l’avvento della coltivazione del grano e dei cereali, iniziarono poi a diffondersi le diete composte da prodotti coltivati, di pari passo all’allevamento di animali da carne. Pitagora, antico filosofo e matematico greco, incitava i suoi seguaci a rispettare diete vegetariane. Molte grandi religioni del mondo, tra cui l’Induismo, il Buddismo, il Giainismo ed alcune sette cristiane, come quella degli Avventisti del Settimo Giorno, hanno sostenuto le diete vegetariane per diverse ragioni, quali la credenza nella reincarnazione e la preoccupazione che gli alimenti animali potessero essere dannosi all’organismo. Esistono diete strettamente vegetariane, latto-vegetariane, latto-ovo-vegetariane e semivegetariane. I vegetariani stretti non mangiano nessun prodotto di origine animale. Come conseguenza della totale mancanza di alimenti animali nella dieta vegetariana stretta, la quantità di alcuni nutrienti come ferro, vitamina B12, vitamina D e calcio risulta insufficiente. Sia il lievito di birra che le alghe marine che la spirulina forniscono un formato di vitamina B12 che non può essere utilizzato dall’organismo umano, sebbene spesso si affermi il contrario. La vitamina D può essere assunta mediante olio di fegato di merluzzo e formule a base di soia con aggiunta di vitamina D. Non si ritiene che la luce del sole possa fornire sufficienti raggi ultravioletti per tutto l’anno da permettere la sintesi della vitamina D dalla provitamina contenuta nella pelle. Le diete latto-vegetariane comprendono alimenti vegetali, latte e derivati, ma escludono tutti i tipi di carne, il pesce e le uova. I bambini allattati al seno o artificialmente sono effettivamente latto-vegetariani nei primi mesi di vita. Dopo 4-6 mesi il solo latte diventa carente da un punto di vista energetico e nutrizionale (vitamina D, acido ascorbico e ferro), per cui sono necessari supplementi contenenti tali nutrienti. Le diete semivegetariane comprendono alimenti vegetali, latte e derivati, uova ed alcuni tipi di pesce e pollame. Esse sono in aumento soprattutto tra i giovani. Sebbene molti vegetariani non ritengano che le diete semivegetariane siano realmente vegetariane, quelli che le seguono le considerano tali. La carne rossa viene evitata o mangiata solo occasionalmente ed anche gli altri tipi di carne vengono assunti solo in modica quantità. Le diete semivegetariane generalmente comportano solo pochi rischi nutrizionali, perché gli apporti dietetici dei singoli nutrienti probabilmente sono adeguati. Esistono poche prove definitive che i vegetariani vivano più a lungo dei non vegetariani, ma ci sono conferme che i rischi di alcune malattie sono ridotti, anche grazie alle contemporanee modifiche dello stile di vita che si riflettono sulla salute, quali l’astinenza dal fumo e dall’alcol e la conduzione di una vita non sedentaria. Sembra che gli adulti vegetariani corrano meno rischi di obesità, stipsi, cancro polmonare, ipertensione, coronaropatie, diabete mellito di tipo II e calcolosi biliare. Al contrario, i rischi di cancro della mammella, diverticolosi del colon, cancro del colon, calcolosi renale, osteoporosi, carie dentarie e malattie renali non sembrano essere più bassi tra i vegetariani. I rischi di un’insufficienza alimentare di calorie, proteine, vitamine e minerali sono in genere alquanto maggiori rispetto alle diete onnivore. Essi variano a seconda dell’età e perciò verranno considerati separatamente per ciascun periodo pediatrico, in quanto varia il fabbisogno nutritivo. I neonati e i bambini la cui nutrice segue una dieta vegetariana e che sono svezzati in modo vegetariano devono supple- 24