100% FITNESS MAGAZINE
ralmente il valore dello “spread”, ma
in tale mercato non sempre accade
ciò che dovrebbe, ad esempio il 12
Luglio scorso l’agenzia di rating Moody’s ha declassato il nostro Paese,
attribuendogli anche un “outlook negativo” che indica la possibilità che
si verifichi, in futuro, un ulteriore
abbassamento! Tutto ciò è accaduto
il giorno prima (…anzi la notte prima…) di un’importante asta per il
collocamento di nuovi BTP (Buoni
del Tesoro Poliennali). Il Mercato,
tuttavia ha smentito il declassamento di Moody’s e l’asta dei BTP del
13 Luglio ha avuto un esito positivo,
in quanto, ha visto realizzare un collocamento di 5,25 miliardi di Euro
di BTP (…il massimo richiesto dal
Mercato) a fronte di una richiesta
ben più ampia (segno di fiducia) e
con rendimenti in calo al 4,65% dal
5,3% della precedente asta di metà
Giugno (rendimenti in calo significa
maggiore sicurezza nella solvibilità
del debitore: l’Italia).
Oggi, tra le tante incongruenze nei
Mercati Finanziari, ne esiste una che
agli occhi di tutti sembra assurda:
“pagare per prestare del denaro
a qualcuno” mi spiego meglio con
un esempio:
“presto 100 ad un soggetto il quale diventa mio debitore, ma per
contratto alla scadenza pattuita
3, 6 o 12 mesi, mi restituirà 99”
Sembra un controsenso? Ed infatti lo
è! Eppure è ciò che sta accadendo, ed
è uno dei riflessi della crisi del Sistema Euro direttamente correlato allo
spread BTP–Bund (o forse meglio ne
è una conseguenza!).
I cittadini tedeschi convivono da
qualche mese con i loro “Titoli di
Stato a tassi sotto zero” e non solo i
cittadini tedeschi, ma la maggior parte degli investitori in Europa, fanno a
gara per accaparrarsi gli “omologhi
dei nostri B.O.T.” della “solidissima” Germania.
In questo eccesso passa quasi inosservata un’altra stranezza del Mercato: il Bund (cioè l’omologo tedesco
del BTP italiano) oggi rende meno
dell’1,5%... in pratica si investe “…
per 10 anni…” per vedersi riconosciuto un interesse bassissimo che,
in termini reali, non copre neanche
l’inflazione!
Analizzando, invece, la prospettiva
di chi questi interessi li paga per finanziare il proprio debito, scopriamo
che allo Stato tedesco questa crisi
dell’Euro forse non dispiace poi
così tanto!
Perche? Paga molto poco….o forse
non paga proprio (titoli di Stato a breve scadenza) il proprio Debito Pubblico che, per inciso, non è proprio
zero (in valore assoluto è più alto di
quello Italiano!)
Perché sale lo spread? E come
incide sull’economia italiana?
La Crisi del Sistema Euro è sotto gli
occhi di tutti: la Grecia prima, l’Irlanda ed il Portogallo poi, ed oggi la
Spagna hanno chiesto aiuto alle autorità Europee e non (Banca Centrale
Europea, “Fondo Salvatati”, Fondo
Monetario Internazionale) per far
fronte all’enorme Debito Pubblico
accumulato in anni ed anni, ed, in
futuro, non è da escludere che ciò
possa capitare anche all’Italia.
Il Mercato “prezza” attraverso lo
spread la possibilità che il creditore “Stato Italia” non ce la faccia a pagare l’enorme debito e,
all’aumentare di tale possibilità,
cresce il cd. “premio al rischio”
che richiede chi è disposto a
finanziare un creditore in difficoltà.
Questo stato di cose non fa altro
che peggiorare la situazione per il
debitore-Italia: perché aumentando
lo spread, aumenta il “costo per
interessi” che bisogna pagare per
rifinanziare il debito pregresso!
La situazione attuale impone a chi
ha la responsabilità delle Istituzioni
Europee di intervenire prima (non
dopo) un’eventuale rottura dell’euro
per evitare di aggiungere il “costo
del panico” ai già elevatissimi costi
che economie, come quella italiana,
stanno pagando sull’altare della fragilità politica europea.
L’Italia i “compiti a casa” li ha fatti
(tagli alle spese, riforme fiscali, aumento delle entrate tributarie) con
l’ennesimo sforzo richiesto ai cittadini, ed altri ancora ci aspettano, ma
è chiaro che oggi paghiamo tutto il
conto della debolezza della costruzione europea.
Se le Istituzioni Europee troveranno
la coesione necessaria e tutti i Paesi
avranno il coraggio di cedere la sovranità nazionale per andare verso
il progetto “Stati Uniti d’Europa”
si spenderà meno e si salverà l’euro.
Viceversa nessuno avrà di che gioire
perché, prima o poi, anche i cosiddetti “Paesi di serie A” (Germania
e non solo…) faranno i conti con le
macerie generate dalla loro miopia.
Facile a dirlo, non a farlo. La Banca
Centrale Europea (BCE) non può attuare un certo tipo di interventi, in
quanto tale facoltà non è prevista dal
suo atto istitutivo.
In pratica la BCE non ha gli stessi poteri di intervento della FED
(Banca Centrale Americana).
Nonostante ciò, la Bce è chiamata
ad operare, perché bisogna evitare
i rischi terribili legati al cataclisma
dell’euro, occorre impedire che tutto
si avvolga in una spirale recessiva e
in un aggravarsi non più recuperabile
delle posizioni debitorie, riportando
i tassi dei titoli pubblici spagnoli e
italiani a un livello congruo.
Nel vertice dell’Eurogruppo tenutosi
a Bruxelles a fine Giugno, i Capi di
Stato e di Governo dei Paesi dell’Euro hanno raggiunto un accordo da
tradursi ancora in legge, in base al
quale la BCE, non appena ci sarà una
sorveglianza unica a livello europeo,
potrà finanziare direttamente le banche europee.
L’obiettivo è quello di spezzare
il circolo vizioso del debito delle banche che alimenta il debito
degli Stati e viceversa.
Su questo punto si è fortemente dibattuto ed alla fine l’ha spuntata la
cordata dei cd. “Paesi Periferici”
dell’Euro capitanata dal nostro premier