100% FITNESS MAGAZINE
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AUSCHWITZ!!!
PRIMA PARTE
Ernesto Lupacchio
Central Fitness Club 1, 2, 3
E
ppure sapevo dello sterminio di innocenti… sapevo delle torture… sapevo
delle disumani condizioni in cui vivevano i prigionieri… sapevo della
fame che soffrivano… sapevo delle camere a gas… sapevo dei forni
crematori… sapevo già tutto.
Ed invece, quando ho varcato quel cancello con la scritta “Arbeit Macht Frei”
(Il lavoro rende liberi), mi sono accorto che non sapevo un bel niente!
Il silenzio avvolge ogni cosa, si entra in un mondo di cui si è sempre sentito parlare ma che improvvisamente diventa vivo e reale. La
commozione ti attanaglia… Le lacrime ti bagnano il viso… Il respiro
è pesante… Il cuore si ferma come a non voler disturbare il silenzio
che regna in quel luogo.
Un silenzio di morte che ti porta nell’anima tutta la sofferenza provocata da quelle
atrocità. Percepisci il dolore, ti sembra di vivere in un posto surreale, come se
fossi isolato nel tempo e nello spazio, dove ogni passo tuo o di altri visitatori del
campo, sembra faccia rivivere le ombre di quegli essere umani ridotti
a larve, che popolavano Auschwitz in attesa della morte.
Se sei lì le emozioni si susseguono forti, intense e, soprattutto, non riesci a fartene
una ragione. Quando passi da un blocco all’altro (così sono chiamati i capannoni
dell’orrore), la sofferenza ti entra nelle ossa per non abbandonarti più. Senti i
lamenti, senti le grida dei bambini, senti la disperazione che ormai
ha intriso ogni cosa; muri, cortili, viali, porte, da lì non si può fuggire.
Con le parole non riesco a descrivere le sensazioni che ho provato, così vi lascio
delle foto che ho scattato durante la mia visita ad Auschwitz…
Per vedere e per non dimenticare.
Il campo di Auschwitz
Il treno dove arrivavano i deportati da tutta
Europa, che pensavano solo di cambiare casa, e
dopo un lungo viaggio senza mangiare, stando
in piedi, ammassati l’uno sull’altro, venivano
barbaramente trucidati, nelle “Camere a Gas” e
poi bruciati nei “Forni crematori”.
La fine del binario della morte
Il campo di concentramento di Birkenau