100% Fitness Mag - Anno V Settembre 2011 | Page 8

SCOPERTE SCIENZA ALIMENTAZIONE SALUTE CURIOSITÀ Appunti Gli omega 3 aiutano a vincere lA depressione Integratori a base dei grassi “buoni” contenuti soprattutto nel pesce si sono dimostrati ottimi antidepressivi Gli omega 3, i grassi “buoni” contenuti nel pesce, nelle noci e in alcuni semi, funzionano come antidepressivo. Lo ha dimostrato uno studio canadese realizzato da una rete di università (Montreal, McGill, Laval, e Queen’s) su 432 volontari seguiti per quattro anni. La ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica “Journal of Clinical Psychiatry”, indica che l’uso di integratori a base di Omega 3 su pazienti con depressione severa, resistenti ad alcuni antidepressivi e che non hanno disturbi d’ansia, ha buoni risultati. Nel corso della sperimentazione la metà dei pazienti è stata trattata con integratori di acidi grassi 8 100% FITNESS MAGAZINE (3 capsule al giorno) per otto settimane. L’altra metà, invece, con capsule placebo, riempite di olio di girasole. Nella prima analisi dei dati non era stato possibile accertare l’efficacia del trattamento. Ma da test successivi, condotti dai ricercatori diretti da Francois Lesperance, è risultato chiaro che gli Omega 3 erano particolarmente efficaci nelle persone con depressione maggiore, ma non nei pazienti con disturbi ansiosi. Ora i ricercatori puntano a uno studio comparativo tra gli integratori di acidi grassi e gli antidepressivi tradizionali, per una conferma definitiva della cura alternativa che potrebbe aiutare a superare il problema dell’abbandono della terapia, frequente con i medicinali classici a causa degli effetti collaterali poco tollerati. Mirtilli amici del cuore, anti-tumori e anti-age   Studio in Trentino svela nuove proprietà I mirtilli hanno anche proprieta’ antiossidanti, anticancerogene e di protezione dalle malattie coronariche. La scoperta, che aggiunge tali caratteristiche ai gia’ noti effetti benefici delle pareti dei vasi capillari e venosi, e’ frutto di uno studio di ricercatori trentini, pubblicato sulla rivista scientifica americana ‘Journal of food composition and analysis’. L’articolo e’ firmato da Urska Vrhovsek, Domenico Masuero, Luisa Palmieri e Fulvio Mattivi. Le proprieta’ benefiche sui vasi erano da addebitare alle antiocianine, mentre le nuove caratteristiche sono dovute al contenuto di flavonoli glicosidi, in particolare la quercetina. Lo studio, durato quattro anni, e’ stato finanziato dalla Provincia autonoma di Trento e condotto nei laboratori dello Iasma (Istituto agrario di San Michele all’Adige). E’ stato appurato innanzitutto che il mirtillo coltivato e’ del tutto simile a quello di bosco e puo’ contenere in media circa 200 milligrammi per chilogrammo di una complessa miscela contenente fino a 23 diversi flavonoli. Una singola porzione di mirtilli (150 grammi), fornisce quindi in media 30 milligrammi di flavonoli, ossia due-tre volte superiore a quelli che vengono giornalmente assunti nella dieta occidentale.