100% Fitness Mag - Anno V Ottobre 2011 | Page 24

100% FITNESS MAGAZINE LOGOPEDISTA La Sindrome di William Detta anche “sindrome della faccia a folletto”, la Sindrome di Williams-Beuren (più comunemente nota come Sindrome di Williams) è una malattia genetica piuttosto rara, causa di ritardo motorio e mentale di grado estremamente variabile. N Dottoressa Mariarosaria D’Esposito Laureata in Logopedia presso l’Università di Napoli Federico II. Disponibile telefonicamente Giovedì e Sabato dalle 09.00 alle 13.00 - Cell. 338.3191494 el neonato, generalmente prematuro e con basso peso alla nascita, già nei primi mesi di vita si registrano ritmi sonno/ veglia alterati, frequenti coliche, difficoltà nell’alimentazione, stipsi e vomito; questa vasta gamma di disturbi sparisce, in maniera improvvisa e totale entro l’anno. Tuttavia i segni più peculiari della sindrome emergono in epoca successiva. Con la crescita e lo sviluppo del piccolo si delineano i distintivi e particolari tratti somatici del soggetto. - L’aspetto dei soggetti affetti da Sindrome di Williams è caratterizzato dalle piccole dimensioni della testa, del mento e della mandibola. La fronte ampia e le sopracciglia rade sovrastano gli occhi azzurri, di forma allungata, con iride stellato, palpebre gonfie ed epicanto ( la piega sull’occhio tipica della Sindrome di Down). Il naso in genere è piccolo ed infossato; le gote paffute e spesso cadenti; le labbra carnose e frequenti risultano le anomalie dentali. - La personalità del paziente affetto da Sindrome di Williams viene definita “da cocktail party” per la sua socievolezza ed estroversione, anche con persone del tutto estranee. - Deficit di tipo cardiaco, nell’80% dei casi - Iperacusia (fastidio per i suoni forti) - Sviluppo puberale anticipato - Ipotonia muscolare diffusa Benché estremamente variabile per gravità, è sempre presente deficit cognitivo, psicomotorio e linguistico. Il piccolo impara a camminare in ritardo a causa dell’ipotono muscolare e per l’incapacità di coordinare forza ed equilibrio.; la fisioterapia pertanto inizia in epoca molto precoce. Anche il linguaggio emerge con ritardo: le prime parole intorno ai 18 mesi e la frase strutturata ai 3 anni. Il livello linguistico che risulta prevalentemente inficiato, anche in e