100% Fitness Mag - Anno V Novembre 2011 | Page 36

100% FITNESS MAGAZINE di consistenti complicanze ed il buon effetto miorilassante ed analgesico, bisogna escludere dalle indicazioni dell’agopuntura tutte quelle forme in cui vi siano rilevanti lesioni organiche. I risultati migliori, anche se non duraturi, vengono ottenuti nelle sindromi miofasciali, nelle lombalgie artrosiche non inveterate, nelle forme iniziali di discopatia, nelle borsiti, nelle mialgie, statiche o funzionali (contrattura muscolare con blocco dei movimenti, sovraccarico funzionale del rachide, ipotonia muscolare, affaticamento muscolare). La stimolazione elettrica transcutanea (TENS) rappresenta una tecnica non invasiva, sicura e discretamente efficace. Può essere impiegata da sola o in associazione alla chinesiterapia e alla farmacoterapia, specialmente nel dolore di origine neuropatico. L’ottenimento di una buona risposta iniziale è frequente, ma nella maggioranza dei casi il sollievo non si mantiene nel tempo. Valida nelle patologie acute, dove, modulando opportunamente la frequenza intorno ai 200 Hz, si ottiene, quasi sempre, un’analgesia immediata. L’uso prolungato induce tolleranza. E’ controindicata nei portatori di pacemaker. La magnetoterapia viene da alcuni impiegata nelle patologie dolorose del rachide cervicale, in virtù dei postulati effetti antiedemigeni ed antiinfiammatori. Vengono riferiti buoni risultati nelle spondilosi, miofibrositi, stiramenti muscolari e mediocri nelle cervicalgie da discopatia o da compressione. Anche la laserterapia viene preconizzata come efficace supporto in alcuni dolori del basso rachide (contratture dolorose, dolori muscolo-legamentosi, artrosi, ecc.). Difficilmente precisabili la reale efficacia e le indicazioni di queste due tecniche relativamente recenti ed in questo campo, in parte, insufficientemente sperimentate. La terapia farmacologica La somministrazione di FANS è una delle terapie principali e più diffuse nell’ambito delle cure delle cervicalgie acute e croniche. Nel decidere il tipo di FANS da utilizzare bisogna valutarne le caratteristiche; è opportuno iniziare con farmaci a bassa incidenza di effetti collaterali e di collaudata efficacia. Nelle forme acute sono da preferire, in genere, farmaci ad emivita plasmatica breve o media, a rapida azione e somministrati a dosaggi pieni. Nelle cervicalgie croniche vanno preferiti quelli ad emivita lunga (si evita- no frequenti assunzioni che aumentano la probabilità che non vengano osservate le direttive del medico), eventualmente in forme a lento assorbimento, a bassa incidenza di effetti collaterali ed a dosaggi medi. Nelle forme acute, comunque, è da proscrivere l’uso continuato ed indiscriminato dei FANS, benchè risultino validi. Essi vanno limitati ai periodi di maggiore acuzie, possibilmente in associazione od in alternativa ad altri provvedimenti terapeutici (chinesiterapia, agopuntura, TENS), e mai in associazione a cortisonici o ad altri FANS. Nell’assunzione prolungata per os, per limitare la gastrolesività (comune, in maniera variabile, a tutti i FANS), bisogna prendere in seria considerazione la gastroprotezione; sono da preferire la via di somministrazione rettale o la parenterale, se prevista. Inutili, anche se diffuse, le somministrazioni percutanee. Anche il paracetamolo può essere impiegato nelle fasi acute o nella malattia cronica, avendo il vantaggio di non essere gastrolesivo. Un farmaco oppioide minore, il tramadolo, è risultato di vantaggio nelle cervicalgie acute ribelli alle altre terapie. Può essere somministrato con tranquillità non dando dipendenza fisica, né depressione respiratoria tipica degli oppioidi maggiori. Il dosaggio medio è di 300-350 mg al giorno. Può anche essere associato ai FANS, potenziandone il potere analgesico e riducendone gli effetti secondari, per riduzione della posologia. I cortisonici per via sistemica vanno prescritti, ove non sussistano controindicazioni, solo in quelle gravi cervicalgie dimostratesi resistenti a tutti gli altri trattamenti farmacologici e non. Per brevi periodi di 6/8 giorni si possono impiegare molecole come il prednisone (20-25 mg/ die), il metilprednisolone (16-32 mg/die) oppure cortisonici con esigua attività idroe sodioritentrice come il triamcinolone (16-32 mg/die), il desametazone (3-6 mg/die) ed il betametasone (3-5 mg/die). Le precauzioni principali che bisogna prendere sono: 1. evitare l’associazione con i FANS 2. la riduzione dell’assunzione va fatta progressivamente con dosi scalari (si previene l’effetto rebound ), 3. evitare l’uso nei lombalgici con concomitanti patologie aggravate dai cortisonici (ulcera gastrica, diabete mellito, 36 osteoporosi, psicosi, ecc.). Superflui o addirittura dannosi possono essere i cortisonici, per via sistemica, nelle forme croniche (ad esempio aggravando o procurando dolori e crampi muscolari, da ipokalemia, ecc.). Utile complemento possono essere le benzodiazepine, sfruttando i loro effetti ansiolitici e miorilassanti; particolarmente indicati in quelle cervicalgie in cui vi sia una rilevante componente psichica e/o un grave spasmo muscolare. Nelle patologie croniche si somministrano preferibilmente di sera, per favorire anche il sonno ed evitare che, assunte di giorno, diano sonnolenza. Da preferire il triazolam (0,25-0,50 mg; emivita inferiore alle 5 ore), il flurazepam (15 mg; emivita 3 ore), l’oxazepam (15-30 mg; emivita 4-15 ore) e l’estazolam (0.5-1 mg; emivita 17 ore). Di qualche utilità, per risolvere gli spasmi muscolari, sono alcuni farmaci ad azione miorilassante, anche se, a volte, in maniera meno costante delle benzodiazepine: il carisoprodolo (1,4 gr/die, controllando gli effetti depressori sul SNC), il pridinolo (4-8 gr/die, controllando gli effetti atropinosimili). Blocco anestetico delle faccette articolari Valida terapia quando ci si trova di fronte al problema di una cervicobrachialgia da spondiloartrosi delle faccette articolari posteriori o da trauma (“colpo si frusta”), che non risponde ai provvedimenti terapeutici conservativi iniziali (riposo, FANS, ecc.). Le complicanze dell’inezione intraa