100% Fitness Mag - Anno V Novembre 2011 | Page 34

100% FITNESS MAGAZINE cerebrale?). - cefalea (interessamento simpatico cervicale o delle arterie vertebrali o dei nervi cervicali oppure fibromialgie e spondilosi?). - disturbi visivi scatenati o influenzati da movimenti del collo (compromissione del simpatico cervicale?); - perdita dell’equilibrio ed alterazioni uditive (compressione delle arterie vertebrali?). L’impotenza funzionale: limitazione della capacità dei movimenti del collo e del capo. Costante è la rigidità; avvertita al risveglio mattutino o dopo aver mantenuto a lungo una posizione obbligata. Tende a scomparire con l’attività fisica. Lo spasmo muscolare che accompagna le cervicalgie da ernia o da eventi degenerativi articolari è di tipo difensivo: l’anello fibroso intervertebrale è riccamente innervato e se viene leso o estroflesso (ernia contenuta) produce dolore grave. Ne deriva uno spasmo riflesso che svolge un’azione protettiva. Esame obiettivo 1. ispezione 2. valutazione della motilità. 3. esame della forza dei muscoli, 4. test della compressione del capo 5. manovra di Valsalva (espirazione forzata a glottide chiusa) 6. visita neurologica 7. studio dei miotomi cervicali: - C1,2 con la flessione cervicale, - C3 con l’inclinazione laterale cervicale, - C4 con l’elevazione della spalla, - C5 con l’abduzione della spalla, - C6 con la flessione del gomito e/o l’estensione del polso, - C7 con l’estensione del gomito e/o la flessione del polso, - C8 con l’estensione e/o la deviazione ulnare del pollice, - T1 con l’abduzione e/o l’adduzione della muscolatura intrinseca della mano. Indagini diagnostiche - radiografie standard - mielografia (timore di complicanze e l’avvento della TAC ha ridotto l’uso) - tomografia assiale computerizzata (TAC) - risonanza magnetica nucleare - elettromiografia (EMG) mineralometria ossea computerizzata scintigrafia scheletrica termografia indagini di laboratorio Forme cliniche Cervicalgie post-traumatiche Spondilosi cervicale (Artrosi cervicale) Patologia discale I danni delle strutture nervose e la gravità della sintomatologia dipendono da diversi fattori: 1. volume della porzione di nucleo polposo prolassata nello speco vertebrale; 2. livello e numero delle radici nervose interessate dalla compressione; 3. tipo di prolasso (protusione, espulsione, migrazione); 4. direzione del prolasso; 5. diametro del canale spinale (in pazienti con canale spinale ampio, un’ernia voluminosa può essere asintomatica). Il meccanismo del dolore è multifattoriale: - compressione sulle radici nervose; - compressione di vasi con disturbi circolatori locali; - contrattura muscolare; - flogosi perierniaria da degenerazione del materiale discale; - reazione periostiale con formazione di osteofiti che comprimono le radici (protusione discale); - aderenze peridurali (ernie non recenti). Mielopatia cervicale Sindrome miofasciale Terapia Riposo Forme acute: prima misura è il riposo a letto, con un rotolo morbido sotto l’incavo del collo o in posizione seduta col capo su di un poggiatesta o con un collare imbottito. Forme croniche: va disciplinata l’attività lavorativa. Collare Si può prevedere lo scarico del segmento cervicale mediante una misura empirica: l’applicazione del collare. Nelle forme acute gravi va portato in maniera continuativa, giorno e notte, (“colpo di frusta”). Chinesiterapia Migliorare il tono ed il trofismo dei muscoli della colonna cervicale e di rieducare 34 la funzionalità vertebrale. Non viene favorevolmente accettata da molti pazienti. Altri provvedimenti fisici La massoterapia può favorire il rilasciamento muscolare ed essere un complemento della rieducazione funzionale, nelle cervicalgie croniche, come pure l’applicazione locale di calore (bagni caldi, ultrasuoni, ecc). Non hanno una dimostrata utilità terapeutica, ma sono gradite ai pazienti e danno un temporaneo sollievo. Le manipolazioni vertebrali possono essere impiegate nel blocco della colonna cervicale, dando un certo sollievo; nelle altre patologie sono inutili o controindicate (forme acute o nelle patologie delle arterie vertebrali. Stretch and spray Valida tecnica nella disattivazione dei punti trigger allo scopo di inibire le risposte muscolari riflesse. L’infiltrazione dei punti trigger, viene impiegata anch’essa al fine di eliminare quei fattori perpetuanti il dolore, nelle sindromi miofasciali. Si iniettano con un ago di piccolo diametro (23/25 G) 0,5-1 ml di mepivacaina al 2% nel punto di massima dolorabilità all’interno della briglia rigida apprezzabile alla palpazione. All’anestetico si può aggiungere, eventualmente, un cortisonico a lento assorbimento (20 mg di metilprednisolone). Anche l’iniezione di soluzione salina isotonica, la compressione ischemizzante applicata sul punto per qualche minuto, la semplice puntura senza iniezione sortiscono, nelle sindromi miofasciali, lo stesso effetto, anche se con minori garanzie, verosimilmente con un meccanismo di analgesia da iperstimolazione. L’agopuntura e l’elettroagopuntura, la cui pratica va estendendosi, possono offrire apprezzabili vantaggi terapeutici nelle cervicalgie acute e croniche. Le applicazioni devono essere giornaliere o a giorni alterni nei casi acuti ed ogni 5/7 giorni in quelli cronici; vanno trattati i punti locali della cartografia corrente ed i punti dolorosi con aghi da 32 G per 20/30 minuti. L’uso di punti a distanza, appartenenti a dermatomeri non contigui, è controverso. Se si associa l’elettrostimolazione (in genere aumenta l’analgesia) va impiega una corrente ad onda quadra, con frequenza bassa e minima intensità di stimolazione. Nonostante il costo ridotto, la mancanza