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IL DECALOGO
DEL PADRE IDEALE
gogico tra padre e madre, porterà ad un
incapsulamento grave della personalità
del fanciullo, e più tardi a una aperta e
grave sindrome d’opposizione con possibile scatenamento di atti antisociali.
Uguale danno, se non più pericoloso,
compie il padre debole, carente, che
lascia fare, che delega tutto alla moglie.
Ciò sovverte completamente il piano
di maturazione affettiva del figlio che,
come abbiamo visto, trova nell’autorità
e nella forza paterne, quell’elemento
di sicurezza che costituisce il fattore
essenziale per il suo futuro equilibrio.
Spesso il padre debole giustifica il suo
comportamento come bisogno di essere padre-amico, posizione di rilevante
fragilità. Degna della nostra comprensione è l’inevitabile reazione di difesa
del bambino nei confronti di quel padre incoerente che un giorno permette
un’azione e il giorno dopo la proibisce,
oppure del padre disforico che riconduce il suo assenteismo a vari e contrastanti disturbi dell’umore, oscillanti tra
tristezza e depressione.
Oltre alle vere e proprie deviazioni del
sentimento paterno, i cui danni sono
evidenti, esiste anche, purtroppo, l’assenza virtuale del genitore.
Nella nostra società, l’economia familiare porta il capofamiglia a lavorare
troppo: il tempo dedicato al figlio molto
spesso è ridotto allo spazio serale. Uno
spazio nel quale il padre, perennemente
in lotta contro stress, tensioni e continue frustrazioni, si presenta stanco,
irritato e con un solo desiderio: essere
lasciato in pace! In queste condizioni,
non può certo esercitare al meglio la
funzione che gli compete… Può facilmente accadere che elargisca pochi sorrisi, poca serenità, si lamenti di piccole
cose, si irriti per un giudizio scolastico
mediocre e non sappia gioire di uno
positivo, oppure che ceni in fretta per
dedicarsi subito dopo al giornale o alla
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