100% FITNESS MAGAZINE
38
D
opo la scorsa panoramica
generale, possiamo ora
analizzare più specificatamente le possibili deviazioni patologiche del sentimento
paterno e del rapporto padre-figlio,
che possono svilupparsi in eccesso
(paternalismo, autoritarismo) o in difetto (debolezza). In entrambi i casi,i
figli le avvertono in forma profondamente dilatata e ingrandita.
L’iperprotettività paterna, deleteria quanto quella materna, non
è altro che la proiezione sui figli
della propria ansia e insicurezza.
Infatti i padri chioccia che vogliono
occuparsi di tutto sostituendosi al
bambino, portano all’estremo il senso di protezione già insito in loro,
impedendo naturalmente quel sano
processo che rende autonomo e forte
il figlio, e che è tanto indispensabile
al suo inserimento nella società. Occorre ricordare che, mentre l’ansia
materna può portare con sé aspetti positivi ed
essere interpretata come frutto d’amore, quella
paterna rischia sempre di essere trasformata dal
bambino nel timore di pericoli reali, causando
paure e insicurezze difficilmente rimovibili.
In città, per esempio, di fronte a una prima gita
in bicicletta, sarebbe auspicabile che il padre,
facendosi forza, si limitasse a dare con un certo
distacco le norme generali di un comportamento
prudente, impersonificando i motivi della ragione
e non del cuore e lasciando invece al ruolo materno quella certa dose di sospiri (mai eccessiva,
però!) e di apprensione che non faranno certamente male… E così in molte altre occasioni. E’
altrettanto importante, tuttavia, che un padre
apprensivo non esageri in senso contrario sottovalutando una situazione difficile e complicata.
Ciò può risultare controproducente: il padre
deve in ogni caso sforzarsi di dare un proprio giudizio sulla realtà esterna nella forma
più obiettiva possibile, e cercare di agire di
conseguenza.
Per ogni padre apprensivo, purtroppo, ce n’è
sempre un altro despota, che abusa della propria autorità. Parlo qui specificatamente di autoritarismo e non di autorità, che invece è una
condizione necessaria allo sviluppo del bambino
e al raggiungimento della sua maturità.
Dal padre despota al padre crudele, poi, non vi
è che un passo.
Alcuni padri svalorizzano costantemente la madre, imponendo un formalismo così rigido da
trasformare l’educazione in conflitto. E l’educazione, non costituendo più il frutto di una
collaborazione fra genitori e figli, diventa una
vera e propria prova di forza. Padri stanchi e
affaticati, imponendo il silenzio con il terrore, soffocano, con il pretesto del dovere
e del rispetto, ogni desiderio, ogni spinta
di libertà e indipendenza, e trasformano la
famiglia in una caserma senza amore.
Aperto o latente, il conseguente conflitto peda-
Dottoressa
Bianca Pane
Laureata in Filosofia e
Psicopedagogia presso
l’Università di Napoli Federico
II, specializzata in Gestalt
Counseling Bioenergetica e
Terapie Olistiche
Cell. 393.9315564