100% Fitness Mag - Anno V Luglio 2011 | Page 33

PEDIATRA al pc, ma occorre valutare non solo la quantità ma anche la qualità del tempo passato on-line. I giovani dipendenti da internet lo usano soprattutto per il gioco d’azzardo, attività legate al sesso e per una socializzazione patologica. Per il 2012 è prevista l’introduzione nella quinta edizione del Dsm (Diagnostic and statistical manual of mental disorders) di questa nuova patologia. Secondo gli studi esisterebbe anche una relazione tra le cattive abitudini per la propria salute quali il fumo, il bere e l’attività sessuale non controllata e la tendenza degli adolescenti a utilizzare il cellulare e i social network in maniera selvaggia. Si definisce “hyper-texting” l’invio di oltre 120 sms al giorno e “hyper-networking” l’abitudine di passare più di tre ore al giorno sui social network. Per curare il disturbo bisogna attivare veri e propri percorsi di disintossicazione nei quali si riorganizzi la giornata tipo dell’internet-addicted, attraverso psicoterapia, programmi di riabilitazione basati su tecniche di socializzazione e interazione “face to face”, e attività che mirino a tenere queste persone lontano dal computer per periodi sempre più lunghi, facendo riscoprire loro i piaceri, i rapporti ed i compiti della vita reale. LE MOTIVAZIONI DELLA DIPENDENZA Internet svolge per molti ragazzi una funzione pseudo-adattiva: la nuova generazione sembrerebbe difatti rimediare, con la comunicazione online, al disagio e alla precarietà esistenziale che vive nella realtà. L’adolescenza è un momento di grande cambiamento, per la formazione e lo sviluppo della propria identità, ed è in questa fase della vita che i ragazzi sono particolarmente attenti ad aspetti quali i legami sociale e la comunicazione con i coetanei. In tale contesto internet rappresenta un potente facilitatore comunicativo-relazionale, per vincere la timidezza, divertirsi e avere relazioni con minore inibizione che nella vita reale. D’altro canto i genitori di oggi, sempre più impegnati ed inadeguati, stressati ed “avvitati” sui problemi irrisolti delle proprie esistenze spesso fallimentari, appaiono concentrati ossessivamente sugli aspetti del benessere fisico e materiale dei propri figli, e non sanno rispondere alle istanze di accoglimento del malessere psichico dei ragazzi, che si sentono soli: il 63,7% degli adolescenti in una ricerca della Società Italiana di Pediatria ha dichiarato di soffrire la solitudine. La vita stessa dei ragazzi di oggi è complessa, piena di stress, delusioni, tensioni e frustrazioni, e la possibilità di evadere in un mondo virtuale è molto sentita. In una società malata e fagocitante come la nostra, emerge negli adolescenti un senso di incertezza, di smarrimento e la necessità di trovare il “proprio posto”. Secondo Luca Vallario, psicologo-psicoterapeuta e autore del libro “Naufraghi nella rete. Adolescenti e abusi mediatici”, il mondo virtuale propone copie del reale indolori e comode e crea una scorciatoia priva del pedaggio problematico e sofferto della crescita. IL RUOLO DEI GENITORI L’Italia si presenta come un Paese spaccato in due tra le nuove generazioni ipertecnologiche e le vecchie spesso quasi analfabete in materia di web. Per quanto riguarda internet, solo il 10-15% dei ragazzi naviga con i genitori. Molti genitori non sono consapevoli dei rischi legati alla rete, convinti che il figlio la usi per le ricerche scolastiche o per giocare, e fieri della sua abilità, o al contrario la demonizzano senza capirla. Esistono sistemi di filtro per evitare che i ragazzi entrino in contatto con siti non adatti alla loro età, come il sistema “Clic sicuro”, in cui se si apre un sito proibito in automatico parte un sms che avvisa i genitori, o altri softwer che consentono di monitorare l’attività del minore indipendentemente dalla presenza del genitore. Tuttavia il filtro migliore restano sempre i genitori che non lascino i ragazzi soli a navigare in totale autonomia, ma li aiutino ad orientarsi, esattamente come dovrebbe accadere davanti alla tv. Un’indagine di Trend Micro, azienda che lavora nel campo della sicurezza informatica, ha evidenziato che soltanto il 30% dei genitori e il 40% dei ragazzi sa come impostare e utilizzare le regole per garantirsi la privacy nelle reti sociali, e che gli adolescenti condividono su internet l’indirizzo e-mail (66,7%), seguito da foto personali e dei familiari (56,2%), il luogo dove vanno a scuola (41,9%), gli eventi ai quali partecipano (27,1%) e addirittura l’indirizzo di casa (20,5%). Tra le misure di controllo e prevenzione adottate, il 60% dei genitori parla dell’argomento con i figli, il 43% naviga insieme a loro e il 33,3% condivide la scelta dei siti da visitare. Il 40% controlla periodicamente le attività online, mentre solo il 7,8% utilizza i filtri del controllo parentale. Il ruolo di controllo dei genitori deve tenere conto della funzione esistenz