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Salvatore Spinelli
Poeta
Il Lupo e l’Agnello
Successe un giorno d’estate
quando afose son le giornate
che un agnellino pascolava
ed erbetta tenera mangiava.
Poi gli venne un po’ di sete
e cosa fece ora lo saprete.
Nei pressi del praticello
si snodava un bel ruscello,
era limpido, trasparente
e scendeva calmo, lentamente.
E’ lì che decise di fermarsi
dove cominciò a dissetarsi.
Poco più su c’era un lupo
dall’aspetto assai cupo,
era prepotente e famoso
perché cattivo e litigioso.
Anche lui, lì s’abbeverava
e della frescura si beava.
Appena s’accorse dell’agnello,
piccolo però paffutello,
cercò tosto di litigare
e l’andò subito a provocare.
Lui cercava l’occasione
per ricavarne un buon boccone.
Così con calma estrema
mise in atto il suo teorema:
“Perchè -disse- piccolo monello
mi sporchi l’acqua del ruscello”?
“Questo affronto ti pare
che possa io sopportare”?
L’agnellino tutto tremante
rispose assai sommessamente:
“Sig. lupo, come può notare
non posso io l’acqua sporcare.
“Guardi, lei sta tanto più su,
mentre io sono quaggiù”.
Il famelico il colpo accusò
ma proprio non si scoraggiò,
ben altro aveva in mente
e assai più promettente.
Pensò, pensò e poco dopo
altra scusa trovò per lo scopo.
“Sei mesi fa -disse- ora ricordo,
tu hai sparlato al mio riguardo
con tutti quanti nel bosco
e con amici che ben conosco”.
“Di ciò risponderne dovrai
e t’assicuro, te ne pentirai”.
Il poverino, ormai sicuro
che s’anneriva il suo futuro,
disse: “Sig. lupo, s’è sbagliato,
sei mesi fa io non ero nato”.
Però capì che la sua vita
irrimediabilmente era finita.
Il lupo molto scocciato
d’aver fin troppo pazientato,
disse: “Basta! non sei stato tu
ma la cosa non importa più!”
“Ciò vuol dire, sicuramente,
che è stato un tuo parente”.
“Ora tu ti dovrai sacrificare,
per loro ti dovrai immolare,
quindi, che vuoi che ti dica,
accetta la sorte tua nemica”.
Così, ratto, un gran salto spiccò
e il povero agnello divorò.
Se il malvagio intende far del male
opporvisi proprio a nulla vale.
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