100% FITNESS MAGAZINE
AUDIOPROTESISTA
Non siete soli
Un mondo nuovo
La scoperta che vostro figlio è affetto
da ipoacusia ha rappresentato sicuramente un triste evento. Forse provate
sconforto o sconcerto e non siete sicuramente gli unici: molti genitori sono
passati da sensazioni simili alle vostre.
E’ importante conoscere tutto sull’ipoacusia e sulle possibili soluzioni, in
modo da poter prendere la decisione
giusta per vostro figlio. Un intervento
precoce può fare la differenza per il
futuro del bambino, soprattutto per
quanto riguarda lo sviluppo del suo
processo di apprendimento. Un bambino che soffre di deficit uditivi riceve
le informazioni in modo incompleto
o distorto e ciò può compromettere
le sue capacità di apprendimento.
Perciò è importante scoprire come si
possono ridurre al minimo gli effetti
dell’ipoacusia. Fortunatamente vostro
figlio vive in un’epoca nella quale la
tecnologia ed il supporto precoce degli
specialisti offrono eccezionali possibilità di aiuto. Per garantire a vostro
figlio un valido aiuto, dovete offrirgli
le soluzioni tecnologiche più efficaci
in un adeguato ambiente di apprendimento. Ciò lo aiuterà ad accrescere il
suo potenziale e a migliorare la socializzazione, in modo che il suo sviluppo
possa avvenire al meglio.
A tal proposito ecco l’esperienza di
Anna, mamma di un mio piccolo paziente audioleso.
Dottoressa
Tea Maione
Laureata in tecniche Audioprotesiche
Facoltà di Medicina e Chirurgia
dell’Università degli Studi di Torino
Disponibile telefonicamente Martedì e
Venerdì dalle 09.00 alle 11.00
Cell. 338.9648341
di Anna Apreda
P
ensandoci ora
sembra lontanissimo il giorno in cui, quasi
più per una mia
insicurezza,una mia paura,
ho preso un appuntamento dall’ennesimo otorino
per una visita a mio figlio.
Antonio ora ha 6 anni e va
in prima elementare; è un
bambino molto vivace, socievole e dolcissimo. Ha due
occhi che parlano da soli e
una passione irrefrenabile
per la musica,di tutti i generi. E’ da quando aveva 3
anni che ho cominciato a
sospettare che qualcosa
non andasse come dovuto, anche supportata dall’
insegnante di asilo che mi
riferiva che Antonio a volte
sembrava assente e che
aveva bisogno di una maggiore assistenza per comprendere lo svolgimento di
alcuni lavori. Ho un altro figlio di 10 anni ed è proprio
dal confronto col fratello che
ho iniziato a domandarmi
come mai Antonio avesse
avuto un ritardo, se così si
può d Y