100% Fitness Mag - Anno V Gennaio 2011 | Page 8

► ► ► ► ► SCOPERTE SCIENZA ALIMENTAZIONE SALUTE CURIOSITA’ N ews MANGIA PESCE E CAMPI 100 ANNI! Consumandolo due volte al giorno diminuisce il rischio di ictus e infarto Gli uomini dediti ad una alimentazione a base di pesce sono molto meno esposti ai rischi di infarto e ictus cerebrale. Un gruppo di ricercatori dell’università di Shiga (Giappone), ha condotto uno studio, durato 19 anni, su un campione di 9.252 persone (4.070 uomini e 5.182 donne, comprese all’inizio della ricerca tra i 30 e i 64 anni di età). I risultati dimostrerebbero che mangiare pesce almeno una volta ogni due giorni, meglio due volte al giorno, allungherebbe la vita. Posta a 1 la percentuale di probabilità di morte precoce tra le persone del campione esaminato, che erano solite consumare il pesce solo una volta alla settimana, il dato scende a 0,7 per chi lo consuma una volta ogni due giorni, risale a 0,75 per chi lo fa una volta al giorno e scende a 0,67 per quanti il pesce lo mangiano almeno due volte al giorno. Secondo la ricerca, per gli uomini il rischio di infarto e ictus con questo tipo di alimentazione scenderebbe, mentre per le donne non vengono rilevate differenze significative tra le varie categorie. “Ma questo non vuol dire - spiegano gli esperti - che davanti al sesso femminile il pesce smarrisca le sue qualità benefiche per la salute e la longevità. Il fatto è che l’aspettativa di vita delle donne è molto più lunga di quella degli uomini (nel 2003 in Giappone le donne avevano un’aspettativa di vita di 84 anni, contro i 78,3 degli uomini) e questo ha praticamente azzerato le variazioni statistiche significative tra le donne del nostro campione”. Il segreto della longevità dei giapponesi, da anni in testa alle classifiche mondiali di aspettativa di vita sia per donne che per uomini, starebbe proprio in una alimentazione a base di pesce. PIÙ GIOVANI CON MELATONINA, ZINCO E SELENIO Si possono fermare le lancette del tempo e rimanere giovani più a lungo? Sembra proprio di sì secondo quanto afferma Walter Pierpaoli, immunologo direttore del Jean Choay Institute for neuroimmunomodulation svizzero, che ha messo a punto e presentato recentemente a Milano un cocktail per fermare l’orologio biologico a base di melatonina, zinco e selenio. La melatonina, spiega l’esperto, non induce il sonno, ma ne facilita l’inizio e produce un tipo di sonno caratteristico dei bambini e delle persone giovani, con il risultato di normalizzare le funzioni immunologiche ed endocrine. L’effetto della melatonina è stato sperimentato dal team di Pierpaoli in una ricerca randomizzata in doppio cieco su una settantina di donne fra i 42 e i 62 anni, in menopausa o pre-menopausa. “Nella ricerca, pubblicata nel 2001 su ‘Experimental Gerontology’, abbiamo visto che la somministrazione notturna già dopo sei mesi ha placato i disturbi della menopausa, ripristinando le condizioni ormonali precedenti. E in alcuni casi ha provocato una rinascita dell’età fertile.” Lo zinco, invece, è componente essenziale di più di 200 enzimi e il selenio è cruciale nella sintesi del glutanione, una molecola che protegge dai danni ossidativi. Secondo l’esperto “non solo si possono fermare le lancette dell’orologio biologico, ma in alcuni casi si può farle tornare indietro”. 8 | 100% Fitness Magazine ABITARE IN PERIFERIA FA INGRASSARE Le lunghe distante costringono ad utilizzare più spesso l’auto Vivere nelle zone periferiche delle grandi città si traduce spesso in chili di troppo sulla bilancia. Mentre, al contrario, chi vive in zone centrali è più in forma e soffre meno di ipertensione. A rivelare l’inedito legame tra domicilio e chili di troppo sono i ricercatori del National Center for Smart Growth di College Park nel Maryland, autori di uno studio sull’American Journal of Health Promotion. A fare la differenza sono le passeggiate nel tempo libero: chi vive in centro cammina 79 minuti di più di chi ha casa in periferia, più spesso seduto in macchina viste le lunghe distanze. Per arrivare a queste conclusioni gli autori della ricerca hanno raccolto i dati di circa 200 mila persone di 83 aree metropolitane e 448 zone periferiche, selezionate in base a densità della popolazione, distanza di negozi e centri commerciali, lontananza tra le abitazioni. “La scarsa accessibilità di luoghi ‘a portata di passeggiata’ è il comune denominatore di quartieri dormitorio o di sobborghi”, riferisce uno dei ricercatori, Reid Ewing. “Futuri st Ց