100% Fitness Mag - Anno V Febbraio/Marzo 2011 | Page 50
alimentazione
a volte non è sempre vero che un alimento “light” sia migliore del corrispondente
“normale”, poiché potrebbe essere meno
saziante (questo è particolarmente vero per
lo yogurt).
L’indice glicemico diminuisce se si
aggiungono proteine ad un alimento, per lo stesso motivo del punto 1.
Il rilascio totale di insulina non dipende dall’indice glicemico ma dal
carico glicemico, ovvero dal prodotto tra
indice glicemico e la quantità di carboidrati
che contiene l’alimento, espressa in percentuale.
Volendo tradurre in consigli queste considerazioni, si scopre che chi segue una alimentazione equilibrata non aggiunge nulla
al suo comportamento alimentare. Infatti:
-> in una alimentazione equilibrata, composta da una quantità di carboidrati non
superiore al 55% delle calorie giornaliere, dove quindi i grassi e le proteine non
vengono demonizzati;
-> in una alimentazione che ripartisce
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sull’indice glicemico sono le seguenti.
L’indice glicemico diminuisce se si
aggiungono grassi ad un alimento.
Questo fenomeno è dovuto al fatto che la
digestione dell’alimento al quale sono stati
aggiunti i grassi è più lenta, e quindi i carboidrati che contiene vanno in circolo più
lentamente. Questo fatto si può verificare
facilmente, basta confrontare (per esempio) il latte scremato e il latte intero. Quindi
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carboidrati, proteine e grassi in modo
uniforme (ma non maniacale) nell’arco
della giornata;
-> in una alimentazione che consente il
mantenimento del peso corporeo, e che
quindi deve essere composta da alimenti
sazianti;
il carico glicemico è automaticamente sotto
controllo, poiché la quantità di carboidrati è
sotto controllo, e i grassi e le proteine, nonché l’assunzione di alimenti sazianti come
verdura e frutta, contribuiscono ad abbassare l’indice glicemico anche dei cibi più a rischio. Diventa perciò inutile dare eccessiva
importanza all’indice glicemico.
Attenzione! Questo non significa che una
fonte di carboidrati vale l’altra, ma che è
assurdo ragionare su differenze minime o
impostare un intero modello alimentare
sull’indice glicemico. In parole povere,
discriminare tra riso, pasta e patate non ha
molto senso a parità di quantità, ha senso
invece discriminare tra cereali raffinati o
cereali integrali.