100% Fitness Mag - Anno V Febbraio/Marzo 2011 | Page 19
L’angolo degli esperti
ODONTOIATRA
batteri della placca, i quali espongono
l’osso sottostante a rischio d’infezione
con conseguente perdita dell’impianto
stesso (perimplantite). Questi pazienti
andranno pertanto istruiti, monitorati e
verranno sottoposti ad intervento quando la situazione parodontale sarà sotto
controllo.
Alcune patologie sistemiche controindicano l’implantologia: il diabete non
compensato, il diabete giovanile, disturbi della coagulazione, pazienti sottoposti
a terapia antitumorale, a radioterapia
nel distretto facciale, donne durante la
gravidanza. E’ altresì controindicato a
pazienti con malattie cardiovascolari
o portatori di protesi valvolari che devono essere valutati dal cardiologo che
ne consentirà l’intervento e ai grandi
fumatori. L’osteoporosi è invece una
controindicazione relativa che viene
valutata individualmente anche in funzione delle terapie assunte. Infine non
costituisce un limite l’età, se non legata
a particolari patologie. In tutti questi casi
l’insuccesso è facilmente prevedibile e,
pertanto, un’adeguata anamnesi ne controindicherà l’esecuzione.
La perdita di un elemento dentario è
sempre un evento traumatizzante: se per
la sua sostituzione dobbiamo ancorarci,
con conseguente limatura, ai denti adiacenti, è comprensibile come a volte il
paziente sia reticente al ripristino dell’arcata dentaria. Grazie a questa tecnica
chirurgica invece non abbiamo più bisogno di limare altri denti per sostituire
quelli mancanti.
Altra situazione vissuta drammaticamente è quella dei pazienti totalmente
edentuli: ad essi viene ridata una vita
sociale praticamente normale proprio
grazie all’implantologia, in grado di
stabilizzare e ancorare le protesi totali
(dentiere).
Riassumendo possiamo dire che i van-
taggi dell’implantologia sono:
• Sostituzione dei denti mancanti.
• Possibilità di inserire l’impianto, se
non vi è infezione in atto, contemporaneamente all’estrazione.
• Conservazione dell’integrità degli
elementi adiacenti.
• Conservazione dell’anatomia dell’osso e delle gengive nelle aree edentule.
• Ancoraggio per le protesi totali.
La ricerca scientifica dedica la sua attenzione alla forma degli impianti, soprattutto ai materiali che costituiscono la
superficie a contatto con l’osso per aumentare sempre più l’osteointegrazione
e ridurre i tempi di attesa per la protesizzazione. E’ poi orientata al miglioramento della connessione impianto/dente
artificiale con lo scopo di migliorare il
risultato estetico.
L’intervento vero e proprio viene preceduto da un accurato studio delle radiografie e T.C. e si esegue in anestesia
locale. Mediante una piccola incisione
sulla gengiva viene preparato con delle
apposite frese il sito nell’osso che accoglierà l’ impianto e la gengiva viene sutu-
rata sopra di esso.
I tempi sono di circa 20/30 minuti per
impianto e il dolore è praticamente nullo.
Vengono prescritti una terapia antibiotica per prevenire infezioni e, se necessario, antinfiammatori. Dopo una
settimana verranno rimosse le suture e
a distanza di 3/4 mesi, a seconda della
qualità dell’osso e della posizione, si potrà caricare l’impianto ovvero rimettere
il dente mancante definitivo.
Oggi, grazie al miglioramento delle
tecniche di inserimento ed ai nuovi
trattamenti di superficie degli impianti,
è possibile mettere immediatamente
il dente mancante (Impianti a carico
immediato). Ciò però non è sempre
possibile, sarà l’odontoiatra a valutarne
l’opportunità.
Un impianto perfettamente integrato sul
quale l’odontotecnico ha costruito una
protesi corretta può stabilmente assolvere alle sue funzioni per 15/20 anni, ovviamente con un paziente collaborante
che si attenga ad un’ottima igiene orale
e a regolari controlli.
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