100% Fitness Mag - Anno V Aprile 2011 | Page 24

L’angolo degli esperti PSICOLOGA Dott.ssa Giuliana Apreda IN ITALIA, 400.000 ASSISTONO A VIOLENZE SULLE MADRI RAPPORTO SAVE THE CHILDREN-GARANTE DELL’INFANZIA REGIONE LAZIO (DIRE - Notiziario Minori) Roma, 22 feb. (fonte) In Italia sono almeno 400 mila i minori vittime della cosiddetta violenza assistita di genere, cioè di violenze, maltrattamenti fisici, psicologici, economici perpetrati sulle loro madri, per lo più da mariti e partner all’interno delle mura domestiche, e di cui i bambini sono indifesi e vulnerabili spettatori. A sostenerlo sono Save the Children e Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza della Regione Lazio nel rapporto “Spettatori e Vittime: i bambini e le bambine che assistono ad un atto di violenza lo subiscono”. La stima si basa su dati Istat e coincide con i dati forniti dal Cismai-Coordinamento Italiano dei Servizi contro il Maltrattamento e l’Abuso all’Infanzia nell’ambito delle ricerche condotte negli ultimi anni sui bambini testimoni di violenze all’interno della famiglia. Secondo i dati presentati, si stimano in 6 milioni e 743 mila le donne fra i 16 e i 70 anni - ovvero il 31,9% delle donne in questa fascia d’età - ad aver subito nella propria vita una violenza: di tipo fisico (il 18,8%), sessuale (23,7%), psicologico (il 33,7%) o di stalking (il 18,8%). Il 14,3% dichiara di averla subita dal proprio partner. Tra le donne che hanno subito violenze ripetute da partner sono 690 mila quelle che avevano figli al momento della violenza. La maggioranza di esse - il 62,4% - ha dichiarato che i figli sono stati testimoni di uno o più episodi di violenza. Si puo’ dunque stimare in almeno 400 mila il numero di bambini costretti ad assistere alle violenze sulla propria madre. Nel 19,6% dei casi i figli vi hanno assistito raramente, nel 20,2% a volte, nel 22,6% spesso. Nel 15,7% dei casi le donne valutano che esista il rischio di un coinvolgimento diretto dei figli nella violenza fisica subita dalle madri, secondo la seguente suddivisione: raramente (5,6%), a volte (4,9%), spesso (5,2%). “È ormai dimostrato - afferma Raffaela Milano, responsabile programmi Italia-Europa Save the Childrenche un bambino che assiste a una violenza su una persona per lui fondamentale come la madre vive un trauma e avrà delle conseguenze uguali a quelle di un bambino che abbia subito direttamente maltrattamento e violenza: è importante che questa consapevolezza raggiunga tutti i settori della società e non resti confinata fra gli addetti ai lavori e gli operatori”. Milano fa notare il delicato aspetto delle madri che “talvolta negano che i figli possano subire 24 Salute e Benessere conseguenze dall’assistere alla violenza e tendono a difendere i partner sostenendo che con i figli non sono violenti”: secondo la responsabile Save the Children, però, “in realtà un bambino percepisce anche i segnali meno visibili delle violenza, anche il rumore di un piatto rotto, delle urla soffocate, o i silenzi terribili che seguono una lite”. Negare avrebbe come conseguenza una maggiore difficoltà nell’emersione della sofferenza e del disagio del minore, con più difficolta’ nella cura e nell’aiuto. Durante l’iniziativa, che si inserisce nel quadro del Progetto europeo Daphne III (Minori vittime di violenza assistita di genere in ambito domestico. Analisi dell’efficienza del sistema di protezione), Save the Children e Garante Infanzia e adolescenza della regione Lazio hanno ricordato l’importanza del ruolo delle istituzioni, chiedendo loro lo stanziamento di adeguate risorse economiche per sostenere la rete dei servizi (operatori sociali, autorità giudiziaria, forze dell’ordine). Sul versante legislativo, è stato notato che manca in Italia una normativa che faccia esplicito riferimento all’esposizione dei bambini alla violenza nelle sue varie forme come reato: “Per poter rafforzare la tutela e la protezione di minori vittime di violenza assistita affermano gli organizzatori - è auspicabile richiedere un aggiornamento legislativo per il riconoscimento della condizione di vittime della violenza assistita”. In forma positiva viene giudicato il varo del piano nazionale contro la violenza di genere e lo stalking, come pure la volontà di realizzare campagne di comunicazione sul tema della violenza di genere volte alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica.