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mente in seguito ad un temporaneo
esaurimento delle riserve energetiche e nutritive del Sistema Nervoso
Centrale, accelerato da iperattività
o ansia cronica che, disperdendo
energie in attività non finalizzate, possono sottrarre risorse alle
funzioni cognitive e tradursi in
una sensazione di “inefficienza”
cerebrale. La relazione diretta tra
situazioni di stress prolungato e di
ansia cronica e calo delle funzioni
cognitive è stato di recente dimostrato: infatti è ormai noto come,
anche in soggetti sani, il meccanismo adattativo messo in atto
dall’organismo per affrontare
lo stress, cioè la stimolazione
delle ghiandole surrenali che riversano nel sangue i cosiddetti
“ormoni dello stress”, adrenalina, noradrenalina e glicocorticoidi, se continua per periodi
prolungati, porti ad una condizione di sofferenza dei neuroni, le cellule cerebrali, che si
manifesta principalmente con
deficit dell’attenzione e della
memoria.
Se la condizione di stress eccessivo
avviene in soggetti adulti giovani,
è infatti in gran parte risolvibile rimuovendo le situazioni che hanno
determinato lo stress, ad esempio
con un periodo di riposo, e inoltre
con l’impiego di piante ad azione
adattogena e tonificante, che possono rappresentare un valido aiuto
per recuperare tono ed energia, sia
fisica che mentale.
Ma anche nel soggetto meno giovane o anziano lo stress può condurre
ad un temporaneo indebolimento
metabolico e funzionale a livello di
vari organi e apparati, tanto più che
il sistema nervoso di un soggetto
non più giovane ha riserve energetiche e nutritive ridotte, quindi
può risultare più sensibile ad una
condizione di stress. Se a questo
si aggiunge anche un’eventuale
compromissione della circolazione cerebrale a causa dell’età, è
evidente come ciò possa portare
ad una più grave sofferenza del
Sistema Nervoso Centrale. Perciò,
quando nell’anziano si osservano i
primi deficit delle funzioni cognitive, è molto probabile che, oltre
allo stress, una buona parte di
responsabilità sia da attribuire ad
un rallentamento del microcircolo
arterioso cerebrale. In questo caso
è senz’altro consigliabile ricorrere
a quelle piante che abbiano effetti
benefici sull’endotelio vascolare (la
parete interna dei vasi sanguigni)
e sulla funzionalità del sistema circolatorio.
Tra le principali piante medicinali caratterizzate da queste
proprietà riveste un ruolo di
primo piano il Ginkgo biloba;
risultano utili anche in questo
caso fitocomplessi ad attività
adattogena, come la Rodiola,
il Ginseng, l’Eleuterococco, la
Schisandra, il The verde, così
come altre sostanze naturali
come la Pappa Reale e il Polline, che per la loro attività energetica e tonificante, per l’azione
antiossidante, anti-radicali liberi,
vitaminizzante e remineralizzante, sono indicati per quasi tutte le
fasce di età.
E’ importante tuttavia associare a
queste piante adattogene, che conferiscono maggiore vitalità, anche
altre piante i cui principi attivi facilitino e migliorino il recupero delle
energie, favorendo il rilassamento.
Alcune piante sono particolarmente efficaci nel ridurre lo
stato di tensione continua che
si accompagna alla condizione
di stress, come la Passiflora, il
tiglio, il biancospino, la Melissa.
È inutile ricordare che una sana
nottata di sonno