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sicuro di provare le sue emozioni. Si può
contenere con le parole o anche fisicamente.
Calmare il bambino è il risultato di
quanto descritto sopra, parlargli in un certo
modo, avere una certa espressione e tono di
voce, non essere spaventati da lui, dire ciò
che lui sta esprimendo coi fatti, è calmarlo e
riportarlo giù dalla montagna della sua rabbia.
Quindi i bambini vanno aiutati a calmarsi e
non puniti per non aver saputo contenere la
loro rabbia, così con la comprensione che noi
possiamo offrirgli li possiamo portare dalla
rabbia alla capacità di riflettere.
Offrire confini a volte i bambini
sfidano le regole, sfidano noi che gliele
imponiamo, stanno chiedendo un confine. I
bambini molto sfidanti cercano spesso grandi
confini. (per es. una mano sulla spalla, un
abbraccio, queste cose insieme e anche il
parlargli). Ogni bambino è una persona a
sé, diversa dagli altri e avrà bisogno di cose
diverse.
Ascoltare il bambino che avete davanti
non significa soltanto “udire” le sue parole
ma piuttosto ascoltare attentamente cosa
sta comunicando. Il suo comportamento è
una richiesta di aiuto, spesso disperata, quel
bambino ha più paura di voi della sua rabbia
ed è importante ascoltare le sue emozioni per
sapere cosa dire e fare. Non cercate di fargli
credere che voi vi sentite come lui... piuttosto
riconoscetelo in quello che sta provando lui.
Cosa non fare davanti ad un
bambino arrabbiato
Di fronte ad un bambino perennemente arrabbiato e rabbioso le
reazioni più naturali ma anche le più sbagliate sono:
Non riuscire a pensare
Sentirsi sopraffatti e spaventarsi
Non sopportare la tensione che si crea
nell’ambiente e non riuscire a contenerla
Provare rabbia e odio
Sarà senz’altro difficile che un bambino che fino ad oggi ha
scaricato l’intensità delle sue emozioni mordendo, scalciando,
gridando improvvisamente smetta di farlo! Ci vorrà del tempo e
voi potete anche porvi come obiettivo di diventare i “confidenti”
di quel bambino, di essere un pò il suo angelo custode che lo
aiuta e lo mette nelle condizioni di arginare tutta quella rabbia.
L’abbraccioè uno strumento prezioso di regolazione emotiva. Un
abbraccio sicuro e confortante dato da una persona di cui ci si
fida, nel momento giusto, può stabilizzare quello che il bambino
sta provando. Si può abbracciare il bambino solo se lo si conosce
bene e lui si fida di voi. Deve esserci già un rapporto intenso
perché lui vi permetta di “tenerlo”.
Non si abbraccia un bambino più grande e più forte, in quel
caso si ci limitata a parlargli. Se lui riuscisse a fare male questo
vorrebbe dire che lui si sentirebbe ancora più disperato e solo
nella sua rabbia distruttiva... si confermerebbero le sue paure.
Se si è arrabbiati non si abbraccia, tutto quello che si prova lui
lo sente! Si fa solo se si è calmi. Non si fa se si ha paura del
bambino! Sistematevi a terra, contro il muro, toglietevi le scarpe
e oggetti che possano fare male al bambino, spiegate a lui che
ora lo abbracciate perchè si calmi, lo volete aiutare, immaginate
di essere una coperta accogliente e avvolgente, piegate le sue
braccia sul suo petto e le vostre sulle sue, appoggiate il vostro petto
sulla sua schiena e piegate le sue ginocchia portando le vostre
gambe sopra le sue, siate dolci e delicati, non è una lotta ma un
abbraccio intenso. Cercate di trasmettergli serenità e una forza
buona. Potete parlargli, dolcemente, ditegli che lo abbracciate per
tenerlo al sicuro, fino a che non si sarà calmato. Assumete una
respirazione pacata, profonda e lasciate che il suo respiro segua
il vostro, lentamente. E’ probabile che all’inizio lui farà di tutto
perchè lo lasciate andare, come “mi fai male”, “non respiro”,
“ma che fai? Ora basta!”, cercate di capire se solo si vergogna a
fare una cosa nuova o se realmente non sta bene lì con voi, se sta
davvero soffrendo, se è così lasciatelo andare.
Vi accorgerete che dopo qualche minuto se il bambino sta bene,
il suo corpo poco a poco si abbandonerà al vostro abbraccio.
Abbracciate in questo modo solo se e quando siete sicuri che la
reazione del bambino non sarà peggiore, ci sono bambini a cui
non piace affatto essere toccati né “costretti”, dovete saper prima
con chi avete a che fare.
Attraverso la pratica psicomotoria si aiuterà questi bambini a
imparare a gestire e canalizzare la propria rabbia, attraverso il gioco
senso motorio, simbolico si favorirà la scarica aggressiva dando la
possibilità al bambino di vivere in toto le proprie emozioni per poi
elaborarle e metterne le distanze, inoltre si aiuteranno anche i
genitori ad interagire con i propri bambini.
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