100% Fitness Mag - Anno IV Settembre 2010 | Page 48

Dottoressa Marianna Cricelli L’angolo degli esperti IPPOTERAPISTA Ippoterapista presso il CRE “Madonna di Rosella” Piano di Sorrento (NA) Indicazioni e caratteristiche in ippoterapia I l cavallo può essere paragonato ad un tavolo da lavoro che permette di effettuare svariate manovre facilitatorie. Il bambino che ben accetta l’animale, troverà il movimento da esso indotto, rilassante. Vi è un evidente rilassamento del suo stato di ipertonia, in qualsiasi postura effettui i primi 3/5 minuti di lavoro in maneggio.In presenza di incapacità al mantenimento della postura seduta, il piccolo viene posto sul cavallo da supino. Il terapista da terra ne controlla il capo e gli infonde sicurezza passandogli una mano lungo il corpo, mentre il cavallo viene condotto da terra da un “artiere” specializzato nelle figure di maneggio(equitazione ed ippoterapia). Una volta che il bambino si è rilassato ed ha superato eventuali paure, il terapista propone un tipo di attività simile a quella effettuata nel box, in forma ludica con l’aggiunta dei seguenti elementi rafforzativi: • il movimento del cavallo che facilita il rilassamento; • l’ambiente che stimola la curiosità; • la temperatura data dal contatto con l’animale; • le sollecitazioni sui 3 piani del movimento. Quest’ultimo punto richiede una spiegazione strettamente tecnica. La deambulazione determina stimolazioni motorie su tre piani principali: • la rotazione simmetrica o asimmetrica dei due cingoli, sul piano orizzontale; • la flesso-estensione del tronco e del capo, sul piano saggittale; • l’inclinazione a destra e a sinistra data dalla depressione dell’arto inferiore che avanza, sul piano frontale. Nell’essere umano ciò si raggiunge con l’acquisizione corretta delle tappe psicomotorie, ma può essere anticipata dall’utiliz- 48 | 100% Fitness Magazine zo del cavallo in quanto esso produce ed amplifica le stimolazioni motorie sui tre piani suddetti. Il soggetto riceve dal movimento dell’animale, una prima stimolazione sul piano orizzontale, data dall’allungamento di una zampa rispetto all’altra. La stimolazione sul piano saggittale è data dal moto in avanti del cavallo e dalle sue caratteristiche morfologiche. Il lavoro visibile sul piano frontale, è dato da tre elementi fondamentali: • il tipo di superfice su cui il cavallo si sposta; • la direzione impartita; • la staffatura imposta al cavaliere; I soggetti che traggono stimoli positivi dall’ippoterapia e dalla riabilitazione equestre sono numerosi. Si parla di bambini come di adulti; di danni neurologici e psicomotori. Naturalmente il trattamento è diverso. Tra i bambini, pur distinguendo il trattamento fisioterapeutico da quello psicomotorio, l’obiettivo è visto nell’ambito della normalità: imparare a cavalcare. Ciò accresce la stima di sé e la considerazione che gli altri hanno di noi “non so camminare come te ma a cavallo potrei essere più bravo di te” Questa forma di riabilitazione è attiva, non lascia che l’individuo si isoli ed è una tecnica che non può essere applicata ma praticata. Il bambino diventa protagonista ed è spinto da una carica motivazionale che difficilmente altre terapie offrono. Inoltre il “mezzo ambiente” è stimolante e più gradevole della “asettica” stanza di rieducazione. Nell’ippoterapia la figura del terapista sarà priva di impostazioni e di autorità e, conseguentemente meglio accettata. In definitiva la R.E. non deve essere interpretata come una soluzione miracolistica ai problemi dei bambini e delle persone diversamente abili, né come l’unico o più efficace intervento riabilitativo,ma come un valido strumento per integrare e completare le attività svolte nel c