Ciò che temiamo che possa accadere determina le nostre scelte,
limitando le nostre possibilità ed
aspirazioni. Quindi può capitare
di vivere queste emozioni depotenzianti, ma se lasciamo troppo
spazio a questo tipo di sensazioni
diventano la norma e le accettiamo come un’abitudine. Iniziamo
così a pensare che sia giusto così,
che la vita sia così, e perdiamo la
consapevolezza che quegli stati
d’animo sono invece il risultato
di qualcosa che facciamo e di cui
possiamo prendere il controllo e
non far diventare normale e quindi
abituale preoccuparsi oppure farsi
governare dai sensi di colpa.
Tutto questo non è normale e dobbiamo riconquistare ciò che già
possedevamo da bambini:
La capacità di godere di ciò che stiamo facendo!
Ma te lo vedi un bambino che,
mentre sta giocando con i suoi
amichetti, non riesce a godersi il
divertimento perché si chiede in
continuazione se la mamma starà
preparando la cena, se l’indomani
in tv daranno ancora i cartoni animati oppure avranno deciso di cambiare i palinsesti, o se papà avrà i soldi per
fare benzina e portarlo a scuola?
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Da adulti è certamente giusto e responsabile preoccuparsi di avere la benzina
per portare a scuola i nostri figli, ma poi
mentre lo si sta facendo, è altrettanto
giusto godersi al 100% quel momento con i propri bambini, invece di
pensare a ciò che ci aspetta in ufficio
o preoccuparsi di quello che dovrà
succedere durante la giornata.
Dobbiamo tornare a noi stessi e ripescare dentro di noi quelle capacità e
quei modi di essere che ci erano così
naturali prima che subissimo tutti
i condizionamenti a cui siamo stati
sottoposti.
Chi ha bambini piccoli, ha il vantaggio di avere l’insegnante in casa!
Qualche anno fa mia madre telefonò
a casa per salutare mia figlia e quando
le chiese: “Che cosa stai facendo?”,
domanda banalissima che di solito
usiamo giusto per parlare del più e
del meno con qualcuno, lei le rispose
candidamente: “Sto parlando a telefono con te, nonna”! E quando mia
madre cercò di spiegarsi meglio, dicendole: “Ma no tesoro, volevo sapere a cosa stai giocando” lei le ribadì:
“Non sto giocando, sto parlando a telefono con te! Prima giocavo, adesso
invece parlo con te!”
Una meravigliosa lezione dei nostri
bambini nel farci vivere nel presente
senza i condizionamenti esterni e futuri.
(Rif. Testo di R.R.)