SALUTE & BENESSERE
L’angolo degli esperti
AUDIOPROTESISTA
standardizzati, bensì una regolazione
protesica realizzata con un’attiva collaborazione del paziente.
Una funzione determinante in molti
percorsi di recupero audioprotesico è il
supporto della famiglia dell’audioleso,
parte integrante ed essenziale che viene
per prassi coinvolta dall’audioprotesista. Successivamente all’adattamento ed
in particolare nei casi di sordastria e di
riabilitazione di soggetti sottoposti ad
impianto cocleare, vi sarà l’indispensabile intervento di un logopedista ed in
alcuni casi il supporto di uno psicologo.
Quando l’intervento riguarda un minore
sordastro o cofotico è importante l’operato del pedagogista e/o insegnante di
sostegno per bambini disabili, essi individuano e mettono in pratica le strategie più idonee ad abbattere le barriere
comunicative.
NON SI E’ SORDI
MA DEBOLI D’UDITO
IL DEFICIT UDITIVO si dice IPOACUSIA e si manifesta con una riduzione
della capacità uditiva, più o meno grave.
L’ipoacusia può interessare uno o entrambi gli orecchi (unilaterale o bilaterale) e viene definita lieve, media, grave o
gravissima , in base al rilevamento della
soglia audiometrica liminare. L’esame
audiometrico, condotto assolutamente
in ambiente silente (cabina audiometrica) permette di porre una corretta,
differenziale, diagnosi di ipoacusia
(trasmissiva,neurosensoriale cocleare o
retro cocleare, mista oppure percettiva)
e, quindi di identificare topograficamente se il danno è a carico della porzione
trasmissiva, di quella neurosensoriale o
delle aree cerebrali dell’apparato uditivo.
La perdita completa della funzione uditiva unilaterale (di un solo orecchio) è
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detta «anacusia», mentre la perdita totale bilaterale viene definita «cofosi».
Si definisce «sordastro» un bambino
affetto da grave ipoacusia bilaterale o in
possesso soltanto di scarsi residui uditivi, utilizzabili però, a mezzo di opportuni
apparecchi protesici, per la rieducazione.
Il sordastro dovrà quindi essere differenziato dal sordo totale (cofotico). Il soggetto «sordomuto» è invece affetto da
cofosi congenita o acquisita durante l’età
evolutiva: nel primo caso la mancanza
dell’udito non consente l’acquisizione
del patrimonio verbale (mutismo); se la
cofosi si manifesta fra 3 e 7 anni, si ha la
perdita totale o parziale del patrimonio
verbale già acquisito.
In relazione all’epoca di insorgenza il
deficit uditivo può essere classificato
in prenatale (se presente alla nascita),
perinatale se insorge al momento della
nascita) e post-natale (se insorge dopo
la nascita).
Poiché la presenza di un importante
deficit uditivo bilaterale, se non adeguatamente trattato, compromette anche il
normale sviluppo intellettivo del bambino, ed in particolare l’acquisizione
del linguaggio, l’ipoacusia infantile può
essere meglio classificata in prelinguale
(se si manifesta entro i 18 mesi di vita),
perilinguale (se insorge tra i 18 ed i 36
mesi di vita) e postlinguale (se insorge
dopo i 36 mesi di vita).
Purtroppo il termine “sordomuto” è
ancora in uso nel sistema normativo
italiano (art. 1 legge 381), ma recentemente il ministero del welfare ha stabilito che il termine sordomuto venga sostituito da sordo preverbale nei documenti
pubblici.