100% Fitness Mag - Anno IV Ottobre 2010 | 页面 36

SALUTE & BENESSERE L’angolo degli esperti AUDIOPROTESISTA standardizzati, bensì una regolazione protesica realizzata con un’attiva collaborazione del paziente. Una funzione determinante in molti percorsi di recupero audioprotesico è il supporto della famiglia dell’audioleso, parte integrante ed essenziale che viene per prassi coinvolta dall’audioprotesista. Successivamente all’adattamento ed in particolare nei casi di sordastria e di riabilitazione di soggetti sottoposti ad impianto cocleare, vi sarà l’indispensabile intervento di un logopedista ed in alcuni casi il supporto di uno psicologo. Quando l’intervento riguarda un minore sordastro o cofotico è importante l’operato del pedagogista e/o insegnante di sostegno per bambini disabili, essi individuano e mettono in pratica le strategie più idonee ad abbattere le barriere comunicative. NON SI E’ SORDI MA DEBOLI D’UDITO IL DEFICIT UDITIVO si dice IPOACUSIA e si manifesta con una riduzione della capacità uditiva, più o meno grave. L’ipoacusia può interessare uno o entrambi gli orecchi (unilaterale o bilaterale) e viene definita lieve, media, grave o gravissima , in base al rilevamento della soglia audiometrica liminare. L’esame audiometrico, condotto assolutamente in ambiente silente (cabina audiometrica) permette di porre una corretta, differenziale, diagnosi di ipoacusia (trasmissiva,neurosensoriale cocleare o retro cocleare, mista oppure percettiva) e, quindi di identificare topograficamente se il danno è a carico della porzione trasmissiva, di quella neurosensoriale o delle aree cerebrali dell’apparato uditivo. La perdita completa della funzione uditiva unilaterale (di un solo orecchio) è 36 | 100% Fitness Magazine detta «anacusia», mentre la perdita totale bilaterale viene definita «cofosi». Si definisce «sordastro»  un bambino affetto da grave ipoacusia bilaterale o in possesso soltanto di scarsi residui uditivi, utilizzabili però, a mezzo di opportuni apparecchi protesici, per la rieducazione. Il sordastro dovrà quindi essere differenziato dal sordo totale (cofotico). Il soggetto «sordomuto» è invece affetto da cofosi congenita o acquisita durante l’età evolutiva: nel primo caso la mancanza dell’udito non consente l’acquisizione del patrimonio verbale (mutismo); se la cofosi si manifesta fra 3 e 7 anni, si ha la perdita totale o parziale del patrimonio verbale già acquisito. In relazione all’epoca di insorgenza il deficit uditivo può essere classificato in prenatale (se presente alla nascita), perinatale se insorge al momento della nascita) e post-natale (se insorge dopo la nascita). Poiché la presenza di un importante deficit uditivo bilaterale, se non adeguatamente trattato, compromette anche il normale sviluppo intellettivo del bambino, ed in particolare l’acquisizione del linguaggio, l’ipoacusia infantile può essere meglio classificata in prelinguale (se si manifesta entro i 18 mesi di vita), perilinguale (se insorge tra i 18 ed i 36 mesi di vita) e postlinguale (se insorge dopo i 36 mesi di vita). Purtroppo il termine “sordomuto” è ancora in uso nel sistema normativo italiano (art. 1 legge 381), ma recentemente il ministero del welfare ha stabilito che il termine sordomuto venga sostituito da sordo preverbale nei documenti pubblici.