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SCOPERTE
SCIENZA
ALIMENTAZIONE
SALUTE
CURIOSITA’
CHI MANGIA IN FRETTA
INGRASSA PRIMA
Il cervello non ha il tempo di elaborare il
messaggio di sazietà che arriva da stomaco
e intestino. Così mangiamo di più
A tavola la parola d’ordine dev’essere
una sola: calma. Mangiare senza fretta, masticando con cura, è il segreto
per evitare di ingrassare. Il motivo?
Semplice: chi divora il pasto (per abitudine o magari solo perché è in ansia
da pausa pranzo al lavoro…) non ha il
tempo di avvertire il senso di sazietà.
Uno studio condotto da Alexander Kokkinos dell’ospedale Laiko ad Atene (Grecia)
mostra che gli ormoni che devono spegnere l’appetito dopo ogni pasto non sono
prodotti in quantità sufficiente a indurre
sazietà quando ingoiamo cibo troppo
velocemente. Questi ormoni “avvertono”
il cervello che siamo satolli e dobbiamo
smettere di mangiare. Gli esperti hanno
voluto vedere se la velocità del mangiare
influenza il rilascio e l’attività di questi
ormoni della sazietà. È emerso che quando si mangia molto velocemente i livelli di
ormoni intestinali restano bassi e quindi
probabilmente non ce la fanno a far passare il segnale di sazietà.
Per cui, apparentemente ancora affamati,
si continua a mangiare, per rendersi conto solo dopo di aver mangiato troppo.
LO SCIROPPO
DI ACERO
PROTEGGE
DA CANCRO,
DIABETE
E BATTERI
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| 100% Fitness Magazine
N ews
ASMA ALLERGICA?
PROVA CON IL RIBES NERO
Il succo contiene antiossidanti naturali capaci di stimolare il sistema immunitario e favorire le difese
dell’organismo contro le allergie
Contro l’asma da allergie, il succo di ribes nero è un ottimo rimedio naturale. Migliora i sintomi e aiuta
l’organismo a reagire. Sono le conclusioni di uno studio pubblicato sulla rivista “Molecular Nutrition and
Food Research” dai ricercatori dell’istituto neozelandese Plant & Food Research guidati da Roger Hurst,
secondo cui le sostanze chimiche contenute nel ribes nero, e in particolare in una varietà coltivata in
Nuova Zelanda, aiuterebbero a ridurre l’infiammazione polmonare dovuta all’asma allergica.
Lo studio ha messo in evidenza in particolare
che a essere responsabile del meccanismo di
difesa dell