L’angolo degli esperti
Dottoressa
Bianca Pane
CONOSCI TE STESSO
L’INTESTINO
ANCHE LA PANCIA HA LA
SUA INTELLIGENZA
L
a
LETTURA
SIMBOLICA
DELL’INTESTINO è strettamente
collegata a quella
del cervello. Questi
due organi infatti sono simili nel colore
(chiaro) e nell’aspetto: le circonvoluzioni
cerebrali e le anse intestinali. Ma anche
nelle funzioni: il cervello infatti assorbe
stimoli e impressioni dall’esterno, ne trattiene una parte sotto forma di memoria ed
esperienza, ed elimina l’altra, in forma di
sogni e “pensieri di scarto”. L’intestino, in
modo analogo, riceve il cibo ingerito, ne
filtra una parte che andrà nei vasi sanguigni e che costituirà i mattoni del nostro
corpo, ed elimina la parte residua in forma di feci. Esso si configura quindi come
un cervello (in basso), un organo cioè che
esprime non solo le funzioni viscerali, ma
anche gli istinti e le pulsioni che sono alla
base del nostro essere. Il mondo “basso”
è legato per analogia anche agli aspetti
dell’essere umano giudicati “inferiori”:
tutti siamo portati a considerare l’intestino e la funzione che esercita come sporchi. L’intestino diventa
quindi il luogo-simbolo in cui si svolge l’elaborazione di quei
contenuti psichici (desideri trasgressivi, fantasie immorali,
pensieri cattivi,..) inaccettabili alla coscienza: sono giudicati
inadeguati, trasgressivi, da censurare, oppure sono stati rimossi
perchè non corrispondenti all’immagine “pulita” che la persona
ha di se stessa.
Ma la funzione escretrice è anche espressione, per quanto paradossale possa sembrare, di creatività. Per il bambino, nei primi
mesi di vita, la defecazione è, insieme al pianto, un momento
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fondamentale dell’espressione di sè. Le
feci costituiscono il primo vero prodotto
concreto che il bambino vede e sente uscire dal proprio corpo. Nei primi tre anni le
feci diventano un “dono prezioso” che il
bambino fa agli altri (la mamma, il papà,
l’ambiente esterno...) su cui egli investe
una parte importante del proprio essere.
La sua fiducia di base si costruisce proprio,
anche se non solo, su come la “cacca” viene
accolta dai genitori. Crescendo, l’espressione creativa utilizza ovviamente modalità ben più consapevoli e raffinate e tuttavia
anche nell’adulto la defecazione resta collegata in modo analogico alle istanze del
DARE e TRATTENERE, del DONARE e
del NEGARE, del dire di SI o di NO. Tali
simboli emergono in primo piano in forma
di sintomi (COLITE o STIPSI) quando la
persona non riesce ad affrontare e a risolvere in modo cosciente i conflitti che riguardano queste tematiche.
L’intestino ha poi un’altra valenza simbolica: la defecazione è