100% Fitness Mag - Anno IV Novembre/Dicembre 2010 | Page 80
SPORT & FITNESS
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MENO RISCHI DI CANCRO
AL SENO
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ANTIDOTO ANTI STRESS
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DA PIU’ FORZE
Secondo una ricerca pubblicata sul
Journal of the National Cancer Istitute, facendo sport fin dall’età dello sviluppo si potrebbe ridurre del 23 per cento il rischio di cancro al
seno in pre-menopausa. Uno studio del policlinico
universitario di Amburgo sostiene che anche l’attività fisica dopo la menopausa ridurrebbe la possibilità di ammalarsi di tumore alla mammella: su 10
mila donne, quelle che non si erano mai ammalate
erano anche quelle più attive fisicamente.
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RINFORZA LE OSSA
“Per comprendere benefici e svantaggi dello sport”, spiega
Andrea Ferretti, ordinario di ortopedia alla Sapienza e al Policlinico Sant’Andrea di Roma, bisogna distinguere fra agonismo e attività non competitiva. In quest’ultima, a patto che sia continuata,
i vantaggi sono svariati: aumenta il tonotrofismo muscolare, la flessibilità e
l’ampiezza del movimento articolare e la buona formazione e la conservazione del patrimonio osseo. Gli studi hanno infatti dimostrato che esso si
costituisce proprio in età giovanile: con gli anni, lo si mantiene. Per questo
un’attività ginnica da piccoli consente di “accumulare” una buona densità
ossea, fondamentale nell’età adulta per prevenire patologie come l’osteoporosi. Nell’agonismo, invece, non è detto che lo sport faccia sempre bene,
perché aumentano le possibilità di andare incontro a problemi, come il sovraccarico funzionale o i traumi importanti: le attività più “rischiose” sono
i giochi con la palla e con contatto fisico, come calcio, pallacanestro, pallavolo, rugby. Mentre i disturbi muscolari o tendinei in genere non lasciano
problemi, le patologie articolari (come la rottura del menisco o del disco) di
solito si fanno sentire che si è terminata l’attività.
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PREVIENE L’ALZHEIMER
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BENEFICI EREDITARI
Secondo uno studio statunitense condotto sui topi e pubblicato
sul Journal of Neuroscience, svolgere regolarmente attività fisica migliorerebbe le capacità di apprendimento e ritarderebbe la
formazione delle placche amiloidi, i depositi anormali di proteine contenuti
nel cervello dei malati di Alzheimer imputati della degenerazione dei neuroni.
L’esercizio muscolare potrebbe infatti intervenire sul metabolismo delle proteine, interferendo con i processi che ne causano l’accumulo nel cervello.
“L’attività fisica migliora sicuramente la memoria negli animali
da esperimento. Una ricerca sui topolini ha però dimostrato che
l’attività motoria della mamma in gravidanza aumenta la neurogenesi ippocampale (la produzione dei neuroni collegati al ricordo) dei figli. Si
assiste quindi a un processo di trasferimento dei benefici dell’attività sportiva”,
spiega lo psichiatra e neurologo Luca Pani.
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Secondo uno studio olandese pubblicato sul giornale The archives of
general psychiatry il collegamento
tra esercizio fisico e riduzione dei sintomi di ansia e depressione potrebbe avere cause genetiche.
Analizzando le abitudini sportive di 5.952 gemelli, si è concluso che chi è meno incline all’attività
fisica, è più predisposto alla depressione. “Inoltre”,
aggiunge il neurobiologo Luca Pani, “quando lo
sport viene praticato fin da bambini, nel cervello
si attivano dei complessi circuiti di coordinazione
motoria che, dopo lunghe sessioni di allenamento,
diventano automatici, “bypassando” la coscienza
del movimento che si compie. Queste vie nervose “incoscienti” aiutano a mantenere un distacco
cognitivo ed emotivo dalla realtà. Per esempio, la
risposta a un esercizio del tennista Roddick che
viaggia a oltre 210 Km/h non consente di pensare
a quale sia il movimento giusto da compiere. Sono
necessari degli automatismi, sviluppati in maniera
incosciente, che, con il tempo, consentono a chi
gioca di essere emotivamente più stabile, più concentrato e meno soggetto allo stress”.
Con il passare degli anni la perdita
della forza e della massa muscolare
è un contrattempo quasi inevitabile.
Senza contare che, con l’avanzare dell’età, aumenta
la quantità di grasso presente del corpo. Il rimedio?
Uno studio dell’Università di Pittsburgh, in Pennsylvania, ha infatti confermato che un’attività fisica
regolare potrebbe prevenire entrambi i disagi nelle
persone anziane.