100% Fitness Mag - Anno IV Novembre/Dicembre 2010 | Page 64

di microrganismi o l’utilizzo prolungato di trattamenti sbagliati può completare il quadro dell’insorgenza o dell’aggravamento della patologia, che dipende dal numero dei focolai infiammatori e dal ripetersi nel tempo. Sembra inoltre che il Pityrosporum ovale, lievito che costituisce normalmente circa la metà della flora dei microrganismi residenti sul cuoio capelluto, possa essere in qualche modo responsabile nella formazione della forfora, ma la sua crescita rimarrebbe in questi casi solamente un fenomeno secondario che accompagnerebbe le modificazioni dell’epidermide del cuoio capelluto piuttosto che provocarle. Alcuni esperti sospettano che la forfora rappresenti un’alterazione degli acidi grassi polinsaturi nella cute, cioè dei fosfolipi di membrana per un aumento degli acidi grassi saturi. Altri ipotizzano problemi di tipo epatico o un alterato meccanismo nell’assimilazione dei glucidi. Bisogna poi ricordare una componente ormonale. Infatti alcuni studiosi segnalano un’influenza androgena sullo scatenamento della forfora. Infine, sarà fondamentale la diagnosi differenziale del dermatologo per eliminare qualsiasi confusione con la psoriasi, oltre che con la dermatite seborroica. 64 | 100% Fitness Magazine IN PRATICA UN’ERBA COME SHAMPOO Lo shampoo antiforfora ideale dovrebbe avere due tipi di costituenti principali: sostanze funzionali e sostanze tensioattive. Le prime sono rappresentate da composti di attività germicidi, antinfiammatoria e azione non irritativa del cuoio capelluto. I tensioattivi hanno il compito di detergere, facilitando la rimozione dello sporco e devono essere in grado di eliminare gli stati irritativi del cuoio capelluto, aggiungendo l’effetto cosmetico desiderato. La forfora si presenta il più delle volte come un problema estetico piuttosto che medico, ma non va dimenticato che una sua corretta e definitiva risoluzione può essere affidata solo a cure, a mezzi e a prodotti adeguatamente scelti, che agiscono non solo sotto il profilo puramente dermatologico, ma che aiutino il paziente emotivo dando rilassatezza, alleviando gli esiti di stress e affaticamento, allontanando le sostanze inquinanti e mantenendo un regime alimentare idoneo. Un potente alleato al trattamento chimico, con farmaci, oltreché con prodotti a effetto locale, è rappresentato da alcune formulazioni fitoterapeutiche. L’ortica è sicuramente tra le piante che vantano maggiore tradizione. Essa è in grado di alleviare la sintomatologia pruriginosa, ha azione tofica sul capello, favorisce l’eliminazione dell’eccesso di sebo. Si può utilizzare il succo, che aggiunto a olio di ricino deodorato può essere impiegato per frizionare il cuoio capelluto, tre volte al giorno. L’olio di semi di lino, i semi di lino e l’olio contenuto in alcuni pesci come sardine e salmone, possono aiutare a ridurre la forfora, essendo ottime fonti di acidi grassi omega-3. si combatterà il prurito con il gemmoderivato di Ribes nigrum 50 gocce mattina e sera a digiuno diluite in poca acqua oppure con una tisana a base di inula e bardana, preparata miscelando 50 g di ognuna, versando su un litro di acqua fredda 50 g della miscela e portando a ebollizione: si beve una tazza tre volte al giorno e si può usare la rimanente tisana, tiepida, per applicazioni locali. Il ribes può essere associato, in tintura madre, alla tintura di Plantago major, che ha un’azione leggermente antistaminica. Quando l’esfoliazione è eccessiva, con parecchie squame secche accompagnate da prurito, la scelta è costituita dai seguenti macerati glicerici: Ulmus campestris, 50 gocce al mattino ma digiuno, Rosmarinus officinalis, 50 gocce prima di pranzo e dalla bardana, tintura madre, 50 gocce la sera. Il trattamento può essere completato dall’utilizzo di shampoo all’ortica, ginepro e betulla e almeno due volte alla settimana da una lozione al succo di ortica o di crescione. Quest’ultimo, ricco di zolfo, ha effetto rigenerante anche sui capelli. La bardana, inoltre, è depurativo generale, ipoglicemizzante, antisettico, antimicotico e stimola l’attività epatobiliare. Frizionando tutti i giorni sul cuoio capelluto il succo ottenuto dalla radice delle foglie si ottengono anche ottimi risultati in caso di forfora con caduta dei capelli. Possono anche essere indicate l’achillea in tintura madre che contiene un olio che normalizza la produzione di sebo riducendo l’untuosità dei capelli; Aloe ferox utile per l’azione lenitiva e calmante dell’irritazione del cuoio capelluto; betulla associata a eucalipto come disinfettanti nel caso di forfora grassa: favoriscono la regolarizzazione dell’azione delle ghiandole sebacee. La genziana, invece, ha la proprietà di proteggere i capelli dell’aggressione degli agenti atmosferici. Per via interna lo Xanthium strumarium favorisce la regolarizzazione delle disfunzioni degli organi interni che determinano un’eccessiva secrezione di seborrea e forfora grassa. La propoli è polivalente nella cura dei diversi problemi dei capelli, stimolante del bulbo pilifero, previene la caduta dei capelli; particolarmente indicata per problemi di forfora grassa e secca, è nutriente ed emolliente. Vi sono poi alcuni oli essenziali che dimostrano spiccata azione decongestionante cutanea: tra essi il Citus aurantium a varietà amara, la Lavandola spica e l’Elichrysum italicum. In particolar modo, l’olio essenziale di lavanda, ottenuto dalle sommità fiorite, è un’importante sedativo, antinfiammatorio , cicatrizzante e agisce in caso di dermatosi con ulcerazioni e prurito. L’olio essenziale di Ylang-Ylang ha un effetto calmante e antiparassitario: si può utilizzare per via interna 3 gocce, due volte al giorno o per uso esterno in olio vegetale al 10 per cento. L’olio essenziale di Melaleuca alternifolia (Tea tree) oltre ad essere un potente antimicotico, antivirale e antinfiammatorio, è utilizzato anche in caso di depressione. L’uso interno è di 2 gocce, due volte al giorno; per uso esterno in olio vegetale, soluzione al 10 per cento, per massaggi sulle parti interessate oppure su specifici ridotte. L’olio essenziale di Niaouli è utilizzato come antinfiammatorio nelle dermatosi. Ha anche proprietà decongestionanti ed è uno stimolante del metabolismo epatico. Vanno assunte 2 gocce, due volte al giorno.