SALUTE & BENESSERE
L’angolo degli esperti
PEDIATRA
immunitario dell’intestino, con favorevoli ripercussioni sulle
funzioni digestive e difensive intestinali. Anche il sistema immunitario generale viene attivato dai microbioti, grazie alla
loro capacità di stimolare le risposte immunitarie durante le
fasi precoci dalla presentazione dell’antigene da parte delle
cellule dendritiche.
Numerosi studi hanno dimostrato una significativa efficacia
della somministrazione di un’alta carica di selezionati ceppi
di probiotici in bambini affetti da diarrea acuta (specialmente
virale) su durata e gravità della diarrea. Promettenti risultati sono stati recentemente acquisiti per la prevenzione della
diarrea da antibiotico con specifici probiotici, mentre i dati
riguardanti la diarrea del viaggiatore sono attualmente controversi.
I probiotici contribuiscono a ridurre anche le infezioni respiratorie: secondo recenti studi, gli episodi di infezioni respiratorie e i giorni di malattia possono essere ridotti anche della
metà grazie al loro impiego costante.
Meccanismi di azione
Il meccanismo d’azione dei probiotici ad oggi rimane in larga misura sconosciuto .In generale la loro azione protettiva
si svolge attraverso diversi meccanismi: antagonismo verso i
patogeni mediante inibizione dell’adesività all’epitelio intestinale (competizione per i siti), produzione di batteriocine
(sostanze antimicrobiche), sottrazione di nutrienti (competizione per substrati), creazione di condizioni sfavorevoli (pH,
potenziale redox), azione antitossine batteriche; stimolazione
dell’immunità con specifica interazione con i recettori Toll
like, attivazione dei macrofagi, potenziamento delle cellule
NK, incremento del tessuto linfatico intestinale (GALT), della produzione di immunoglobuline e di determinate citochine, riequilibrio dell’ecosistema intestinale e di una normale
permeabilità e contrattilità muscolare.
Effetti collaterali
Sia i lattobacilli sia i bifidobatteri sono classificati come
“GRAS” (Generally Recognized as Safe) dal FDA. Tuttavi
alcuni casi di batteriemia, sepsi, endocardite, infezioni localizzate e fungemia, per lo più in pazienti immunodepressi,
cardiopatici o portatori di catetere venoso centrale, sono stati
riportati in soggetti in trattamento sia con lattobacilli, sia con
enterococchi sia con S. boulardii.
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Punti in sospeso
Il meccanismo di azione, il dosaggio ottimale, le modalità
(intese come veicolo e frequenza di somministrazione) e la
durata del trattamento con probiotici non sono stati ancora
completamente stabiliti. Inoltre la grande maggioranza dei
probiotici, risultando registrati come supplementi nutrizionali e non come farmaci, sono sottoposti ad un minor controllo di qualità con possibile discrepanza tra quanto dichiarato e quanto realmente presente nel prodotto in commercio.
Durante la conservazione tutti i microrganismi probiotici
possono subire una diminuzione nel numero di cellule vive
in dipendenza di diversi fattori, quali, in particolare, le caratteristiche generali di specie e di ceppo, la temperatura di
conservazione, il valore di pH dell’eccipiente, la durata della
conservazione. Sicuramente sono pertanto da migliorare la
definizione della qualità dei prodotti in commercio, la chiarezza dell’etichettatura e le indicazioni terapeutiche.
Rimane infine da stabilire la sicurezza di somministrazione
nei neonati pretermine e nei pazienti immunodepressi e, a
lungo termine, anche nei soggetti immunocompetenti, per
l’eventuale rischio di iperstimolazione (o alterazione) immunitaria in soggetti suscettibili. Il rapporto costo-beneficio
dell’utilizzo dei probiotici in corso di diarrea acuta è ancora
oggetto di discussione, anche in paesi industrializzati.
Benché siano ormai tante le evidenze scientifiche che confermano e supportano le numerose potenzialità dei probiotici
sia nella pratica clinica sia nelle persone sane in un’ottica di
prevenzione, sarà imperativo in futuro approfondire aspetti fondamentali, tra i quali: l’interazione dei probiotici con
l’ecosistema e l’apparato gastroenterico; i meccanismi che
modulano l’interazione microbi e sistema immunitario; distinguere quali siano i probiotici più adatti da impiegarenelle
diverse condizioni patologiche e nella pratica di prevenzione,
dal momento che sono state evidenziate sostanziali differenze
non solo tra le diverse specie appartenenti a uno stesso genere, ma anche per i singoli ceppi microbici all’interno di una
stessa specie.
Negli ultimi anni diversi Autori hanno richiamato l’attenzione sulla necessità di disporre a livello internazionale di una
serie di normative che stabiliscano le caratteristiche essenziali
che un prodotto deve possedere per essere definito probiotico. Tale richiesta nasce dai risultati ottenuti dall’analisi di
alcuni prodotti presenti in commercio che hanno mostrato
una scarsa corrispondenza tra quanto dichiarato in etichetta e
il contenuto del prodotto, soprattutto per quello che riguarda la corretta identificazione dei ceppi microbici utilizzati e la
stabilità nel tempo del prodotto commercializzato.