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l’angolo della poesia
IL TAGLIALEGNA
E IL MAGO
di Salvatore Spinelli
Appena giunse in paese
con fare assai palese
a tutti il fatto raccontò
e ognuno si meravigliò.
Un suo amico, il giorno dopo,
spinto da un preciso scopo,
in riva al fiume si recò
e la sua scure in acqua buttò.
Incominciò a lamentarsi
e con pianto a disperarsi,
quindi il mago arrivò:
“Che t’è successo?” -gli domandò-.
L’altro: “Dio mio, cosa posso fare,
non potrò più lavorare,
ho perso la mia bella scure,
chi sfamerà le mie creature?”
Mentre un dì tagliava legno
con ardore e con impegno
al boscaiolo l’ascia andò
e giù nel fiume affondò.
“Ecco l’ascia, l’ho ripescata
e come vedi te l’ho riportata,
allora, dimmi, è questa qua
l’ascia che hai perso poco fa?”
Era di ottimo acciaio
e averla persa fu un bel guaio;
sulla riva si lamentava
ma la soluzione non trovava.
Il taglialegna: “No, mia non è
e ti preciso anche il perchè,
l’ascia mia è d’acciaio lucente,
bella e assai tagliente”.
Un mago a lui si avvicinò
e cosa avesse gli domandò,l’uomo: “L’ascia ho perduta
perchè nel fiume mi è caduta”.
“E’ quella l’ascia che io voglio
perchè la uso con orgoglio,
a me non serve, no, l’argento
e l’oro non mi fa contento”.
L’attrezzo era tutto d’oro,
assai lucente e sonoro,
disse: “Ecco, la riconosci?
e veramente bella, gioisci!”.
“La riconosco, è proprio mia
-rispose l’altro con allegriavi ringrazio di vero cuore,
gentilissimo signore”.
Il mago in acqua si tuffò
e toh! l’ascia su riportò
ma era d’oro, tutta d’un pezzo
del cui valor non c’era prezzo.
Quindi il mago si rituffò
e l’ascia vera gli riportò
e l’uomo con palese allegria
disse: “Ecco, questa è mia!”
Però quel mago ad un tratto
scomparve e via, detto fatto,
la scure d’oro si portò via
punendo l’imbroglio e così sia.
“Eccoti l’ascia, detto fatto!”
-disse il mago soddisfattoma il taglialegna: “Non e mia!
un’ascia d’oro, è una pazzia!”
Quell’uomo il mago apprezzò
e per la sua onestà lo premiò,
gli regalò le altre scuri
per i bisogni suoi futuri.
Si portò via anche l’altra
che con mossa molto scaltra
l’uomo, male intenzionato,
nell’acqua aveva gettato.
Il mago allora si rituffò
e un’altra ascia ripescò,
questa volta era d’argento
e di dargliela era contento.
Il taglialegna ringraziò
e a casa sua se ne tornò
con scuri d’oro e d’argento,
era proprio assai contento.
Di questa storia la morale
e certamente naturale:
il disonesto mai raccoglie
quel che l’uomo onesto coglie.
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Il mago: “Non ti preoccupare,
la scure io saprò ritrovare”
e tosto in acqua si tuffò
e la scure recuperò