SALUTE & BENESSERE
L’angolo degli esperti
CONOSCI TE STESSO
che in fondo non conosce e quindi teme; il
proprio CORPO, che osserva dall’alto della mente e che trascura ritenendolo secondario; le RELAZIONI che impronta su un
piano di rassicurante razionalità, anche se
mascherata da un’empatia di facciata.
Al controllo si affianca il senso di responsabilità e spesso un’inopportuna tendenza all’altruismo. Ci si occupa degli altri
per non occuparsi di sè, per difendere la
propria immagine idealizzata di “persona
sensata e intelligente”, oppure per gestire
le azioni degli altri così da non perdere il
controllo della situazione.
Questo atteggiamento è per lo più inconscio, un “modo di essere al mondo” sviluppato fin dall’infanzia o dalla pubertà e fa sì
che la persona non riesca mai a rilassarsi,
a “mollare la presa mentale”, anche quando
lo desidera fortemente.
Tutto quello che avviene è imbrigliato da
una qualche forma di ragionamento, la testa è sempre un pò presente a inquinare le
sensazioni pure.
Ecco perchè la cervicalgia insorge con forza
non solo quando c’è un sovraccarico di attività mentale, ma anche quando la vita porta emozioni troppo forti per il filtro mentale... E il dolore fisico esprime da un lato
la grande fatica a mantenere il peso della
rigidità razionale e dall’altro la necessità di
cambiare la propria “postura esistenziale”
per renderla più morbida e più consona al
fluire incessante delle emozioni vitali...
A volte la cervicalgia è con evidenza dovuta a cattive posizioni mantenute a lungo,
per esempio stando per ore, tutti i giorni,
al computer. Anche in questi casi, sebbene
la causa sia posturale, l’atteggiamento di
vita riflette una predilezione per le attività
mentali e uno scarso o addirittura nullo uso
del corpo.
Quando la cervicalgia è dovuta ad artrosi,
è possibile che la rigidità dell’atteggiamento verso la vita si sta prolungando da così
tanto tempo da avere intaccato la struttura
ossea.
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Chi è più a rischio
• Studenti completamente dediti allo studio, con ridotta o assente attività ludicosportiva, sentimentale e sessuale.
• Persone emotive per natura ma molto controllate, che faticano a esprimere le proprie emozioni
• Persone che temono i cambiamenti: da un improvviso cambio di programma ad
un trasloco, da un viaggio a una trasformazione interiore
• Persone che soffrono di disturbi d’ansia
• Persone che fanno fatica a dire di no, che si sobbarcano il lavoro degli altri, che si
caricano di troppi impegni e responsabilità
• Persone che inseguono, con estremo rigore interiore, alti ideali di perfezione morale, umana o professionale, e che vedono la felicità legata al raggiungimento di un
risultato: non appena lo raggiungono, devono porsi subito nuovi obiettivi, e così
via, senza tregua.
Qualche suggerimento
Senza la riduzione del carico di impegni, nessun intervento sarà realmente efficace. Come prima cosa, bisogna allentare la morsa del senso del dovere, lasciando
cadere gli impegni che non sono davvero necessari.
Nel frattempo, è utile acquisire la capacità (che in genere costa fatica) di dire di
no, e di occuparsi del proprio corpo, con almeno una seduta alla settimana di
terapia psicocorporea, rieducazione posturale e respiratoria.
Per riacquisire la capacità di uscire dai soliti schemi mentali abitudinari, è utile
rendersi disponibili a cambiare l’ordine con cui di solito si fanno le cose, a lasciar
spazio agli imprevisti, senza programmare nel dettaglio la giornata.