100% Fitness Mag - Anno IV Giugno 2010 | Page 26

SALUTE & BENESSERE L’angolo degli esperti CONOSCI TE STESSO che in fondo non conosce e quindi teme; il proprio CORPO, che osserva dall’alto della mente e che trascura ritenendolo secondario; le RELAZIONI che impronta su un piano di rassicurante razionalità, anche se mascherata da un’empatia di facciata. Al controllo si affianca il senso di responsabilità e spesso un’inopportuna tendenza all’altruismo. Ci si occupa degli altri per non occuparsi di sè, per difendere la propria immagine idealizzata di “persona sensata e intelligente”, oppure per gestire le azioni degli altri così da non perdere il controllo della situazione. Questo atteggiamento è per lo più inconscio, un “modo di essere al mondo” sviluppato fin dall’infanzia o dalla pubertà e fa sì che la persona non riesca mai a rilassarsi, a “mollare la presa mentale”, anche quando lo desidera fortemente. Tutto quello che avviene è imbrigliato da una qualche forma di ragionamento, la testa è sempre un pò presente a inquinare le sensazioni pure. Ecco perchè la cervicalgia insorge con forza non solo quando c’è un sovraccarico di attività mentale, ma anche quando la vita porta emozioni troppo forti per il filtro mentale... E il dolore fisico esprime da un lato la grande fatica a mantenere il peso della rigidità razionale e dall’altro la necessità di cambiare la propria “postura esistenziale” per renderla più morbida e più consona al fluire incessante delle emozioni vitali... A volte la cervicalgia è con evidenza dovuta a cattive posizioni mantenute a lungo, per esempio stando per ore, tutti i giorni, al computer. Anche in questi casi, sebbene la causa sia posturale, l’atteggiamento di vita riflette una predilezione per le attività mentali e uno scarso o addirittura nullo uso del corpo. Quando la cervicalgia è dovuta ad artrosi, è possibile che la rigidità dell’atteggiamento verso la vita si sta prolungando da così tanto tempo da avere intaccato la struttura ossea. 26 | 100% Fitness Magazine Chi è più a rischio • Studenti completamente dediti allo studio, con ridotta o assente attività ludicosportiva, sentimentale e sessuale. • Persone emotive per natura ma molto controllate, che faticano a esprimere le proprie emozioni • Persone che temono i cambiamenti: da un improvviso cambio di programma ad un trasloco, da un viaggio a una trasformazione interiore • Persone che soffrono di disturbi d’ansia • Persone che fanno fatica a dire di no, che si sobbarcano il lavoro degli altri, che si caricano di troppi impegni e responsabilità • Persone che inseguono, con estremo rigore interiore, alti ideali di perfezione morale, umana o professionale, e che vedono la felicità legata al raggiungimento di un risultato: non appena lo raggiungono, devono porsi subito nuovi obiettivi, e così via, senza tregua. Qualche suggerimento Senza la riduzione del carico di impegni, nessun intervento sarà realmente efficace. Come prima cosa, bisogna allentare la morsa del senso del dovere, lasciando cadere gli impegni che non sono davvero necessari. Nel frattempo, è utile acquisire la capacità (che in genere costa fatica) di dire di no, e di occuparsi del proprio corpo, con almeno una seduta alla settimana di terapia psicocorporea, rieducazione posturale e respiratoria. Per riacquisire la capacità di uscire dai soliti schemi mentali abitudinari, è utile rendersi disponibili a cambiare l’ordine con cui di solito si fanno le cose, a lasciar spazio agli imprevisti, senza programmare nel dettaglio la giornata.