Dottor
Vittorio Milanese
Avviciniamoci
all’ortodonzia
Ortodonzia è una
branca dell’odontoiatria che si
occupa della prevenzione e cura
delle malocclusioni. Letteralmente ortodonzia significa
“denti dritti”, malocclusione indica
invece un incongruo rapporto tra i denti
delle due arcate.
Cercherò in questo articolo di fornire
alcune notizie base necessarie a chi voglia iniziare una terapia ortodontica.
Comincio col dire che i casi molto evidenti allarmano il paziente (o il suo genitore) spingendo a chiedere il parere
dello specialista. Altri al contrario sono
meno evidenti, non destano preoccupazione e pertanto agiscono in modo
subdolo, danneggiando il più delle volte
l’articolazione temporo-mandibolare,
cioè quello “snodo” che consente l’apertura e la chiusura della bocca.
L’ortodonzia interessa i bambini, ma
sempre più spesso sono anche gli adulti
che si rivolgono allo specialista. Le cause che determinano una malocclusione sono varie, e possono determinare
alterazioni nello sviluppo delle ossa
mascellari e nella crescita dei denti, creando disarmonie nella forma del viso e
nell’estetica del sorriso fino a generare
dolore e disfunzione a livello dell’articolazione temporo-mandibolare.
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L’ortodonzia richiede un notevole impegno psicologico; per tale motivo il
medico deve necessariamente informare in modo adeguato il paziente prima
di avviarci in questo percorso il cui obbiettivo è la conquista di un bel sorriso
ed una migliore funzionalità masticatoria.
I moderni dispositivi ortodontici ed il
progresso delle tecniche offrono grandi potenzialità correttive, a patto che il
paziente sia totalmente collaborante,
consapevole e ben motivato.
E’ necessario che il paziente si accosti al
trattamento ortodontico fiducioso ma,
al tempo stesso, informato sugli eventuali limiti della terapia e dei sacrifici
che dovrà affrontare (disconfort degli
apparecchi, rigorosa igiene orale, etc.)
Ecco perché suggerisco di diffidare da
immediate richieste di esami radiografici
dove l’unico intento è la risoluzione del
problema ortodontico.
Secondo il mio parere l’approccio ad
un paziente con malocclusione è inizialmente esclusivamente psicologico;
la prima visita deve essere quasi una
semplice “chiacchierata” per valutare
se ci sono forti motivazioni. Solo così
si possono costruire solide fondamenta
per la riuscita del trattamento e ottenere
la soddisfazione del paziente.
Valutata la motivazione al trattamento
si passa alla diagnosi. Questa richiede
un accurato esame clinico del paziente, lo studio dei modelli in gesso, gli
esami radiografici e lo studio cefalometrico. Per tale ragione nel corso
della seconda visita vi verranno prese
delle impronte e vi verranno prescritti
due esami radiografici: una Ortopantomografia (OP) che ci permetterà di valutare la situazione dentale sia per quel
che riguarda i denti erotti, sia per quelli
che devono ancora spuntare, ed una
Telecranio che ci consente di eseguire
l’esame cefalometrico (valutazione dei
parametri di crescita del soggetto).
Alla diagnosi segue il piano di trattamento. Una prima distinzione va fatta
tra Ortodonzia del bambino e Ortodonzia dell’adulto.
Nell’adulto sono possibili solo movimenti dentali finalizzati ad un migliore