100% Fitness Mag - Anno IV Aprile 2010 | Page 80

lifestyle Il ruolo del veterinario Il proprietario che assiste per la prima volta ad un evento del genere resta quanto meno sconvolto: ci capita spesso di ricevere telefonate drammatiche di persone che pensano che il proprio cane stia morendo o, che arrivano correndo al pronto soccorso a qualsiasi ora del giorno e della notte col cagnetto nella copertina, il quale intanto si è ripreso e si sta chiedendo cosa mai sia successo e perché lo portano dal veterinario. L’esame clinico e le indagini strumentali Un paziente portato a visita per un attacco epilettico ormai passato risulta assolutamente sano sia all’esame clinico che neurologico. Si consiglia di sottoporlo comunque ad esami del sangue e delle urine per svelare eventuali problemi metabolici. Se si nutrono dubbi una TAC o una risonanza magnetica al cranio unita magari all’esame del liquor sono le indagini che possono svelare eventuali malformazioni o lesioni compressive a livello cerebrale o infezioni del SNC. Se non risulta nessuna anomalia da questi esami e il cane ha meno di 6 anni di età siamo con molta probabilità di fronte ad una forma di epilessia idiopatica . Si suppone che esistano nei soggetti affetti da epilessia idiopatica alcuni neuroni (sono le cellule cerebrali) anomali che in risposta a stimoli esterni di qualsiasi natura, innescano la loro attività che coinvolgendo le cellule limitrofe causano l’attacco epilettico. A questo punto non resta che educare il padrone a convivere col problema del suo cane: tenere un calendario con la cadenza degli attacchi anche l’incidenza del momento può avere la sua importanza. 80 | 100% Fitness Magazine Cosa puo’ fare un proprietario dinanzi a una crisi epilettica del proprio cane? Durante l’attacco è bene non stimolare l’animale, tanto meno cercare di aprirgli la bocca per farlo respirare: servirebbe solo a rischiare una bruttissima ferita da morso! E’ utile, se possibile, evitare che si ferisca spostando mobili o altri oggetti presenti nella stanza dove avviene la crisi. Terapia Fatta eccezione per quei casi dovuti all’azione di tossici, a problemi metabolici, a fatti compressivi intracranici (nei quali la terapia consiste nell’agire sulla causa che sta determinando il sintomo qualora sia possibile) nei casi di epilessia idiopatica una vera terapia non esiste, ma esiste la possibilità di controllare gli attacchi farmacologicamente nel caso in cui siano abbastanza frequenti. Si sconsiglia di trattare con antiepilettici pazienti che presentano attacchi sporadici, tipo una crisi ogni 2-3 mesi e di breve durata. Esistono diverse categorie di farmaci per il controllo dell’epilessia del cane ma certamente i barbiturici sono i più usati. Si somministrano per via orale quotidianamente, divisi in 2 dosi al giorno; di solito si parte col dosaggio piu basso e si aumenta progressivamente fino al raggiungimento della dose minima che controlli il sintomo. Generalmente la risposta è buona e si riescono a controllare gli attacchi sia come frequenza che come durata. Le benzodiazepine sono un’altra famiglia di farmaci molto usata in veterinaria, ogni proprietario di cane epilettico custodisce la sua scatolina di fiale di Valium che può servire se un’attacco si dovesse prolungare troppo: in effetti serve più alla sua psiche che al cane! Attenzione,se una crisi si prolunga troppo nel tempo, se gli attacchi diventano troppo ravvicinati nel tempo o se il vostro cane non si riprende completamente dopo una crisi: non indugiate, è il momento di rivolegersi al proprio veterinario.