100% Fitness Mag - Anno IV Aprile 2010 | Page 30

SALUTE & BENESSERE Dottoressa Mariarosaria d’Esposito L’angolo degli esperti Logopedista LOGOPEDISTA Cell. 338.3191494 Laureata presso l’Università di Napoli - Federico II “Mi prendo cura di te!” “Il malato non è necessariamente la persona con menomazione o con una disabilità o con un handicap, ma colui che vive in maniera negativa la sua malattia” Gugghenbhul-Craig A l di là della sua gravità, qualunque patologia rappresenta per il soggetto portatore e per la sua famiglia, un evento gravemente stressante, al quale dover far fronte con tutte le possibili risorse. Comporta, com’è prevedibile, dei cambiamenti di abitudini e richiede, sovente, tempo e capacità di adattamento. La prognosi e la risposta sono fortemente influenzate da fattori legati alla storia, alla famiglia e alla motivazione del paziente. La “presa in carico” non può limitarsi, infatti, alla valutazione della patologia, ma è necessario tener conto dei vissuti descritti dal paziente e dalla famiglia. In ambito logopedico, la comunicazione, verbale e non verbale, assume un ruolo di assoluta centralità. È il caso di Cristiana S., 19 anni, che si presenta alla valutazione logopedica in condizione di totale afonia. Gli esami diagnostici effettuati (laringoscopia con fibre ottiche) non avevano evidenziato alcun dato significativo, nonostante l’assoluta impossibilità, da parte della paziente, di ricorrere ad una voce udibile. L’impostazione del meccanismo pneumo-fonico e il ricorso a particolari tecniche, finalizzate al ripristino della vibrazione cordale, hanno consentito, in tempi brevi, la normalizzazione 30 | 100% Fitness Magazine dei parametri vocali e la riacquisizione di una buona voce. Sin dai primi incontri è emersa la forte motivazione della paziente e la sua volontà a portare nel setting terapeutico, non solo l’attiva partecipazione agli esercizi, ma anche la voglia di “comunicare” i suoi più intimi conflitti. Lo spazio e l’ascolto offerti a Cristiana le hanno consentito una maggiore apertura emotiva, rendendo così possibile la presa di coscienza delle recondite motivazioni sottese alla patologia stessa. L’afonia rappresentava, paradossalmente, l’espressione della sua richiesta d’aiuto e di ascolto. Risulta quindi evidente quanto l’ascolto empatico e l’attenta lettura dei bisogni, anche di quelli non espressi, consentano, al logopedista, di accompagnare il soggetto, attraverso piccoli compiti progressivi, fino ad affrontare la patologia ed a trovare in se stesso le forze curative, necessarie per superarla. Dunque, al momento della presa in carico del soggetto si sovrappongono e si intrecciano due diverse fasi: l’oggettivazione (qualitativa e quantitativa) del danno ed una fase di ascolto, che accompagna tutto l’iter terapeutico, e che facilita la conoscenza della persona e la valutazione del suo grado di disagio. Il “prendersi cura” deve allora concretizzarsi in una relazione flessibile, definita dall’insieme di dinamiche e sentimenti,. che il paziente stesso porta.