SALUTE & BENESSERE
Dottoressa
Mariarosaria d’Esposito
L’angolo degli esperti
Logopedista
LOGOPEDISTA
Cell. 338.3191494
Laureata presso l’Università di Napoli - Federico II
“Mi prendo
cura di te!”
“Il malato non è necessariamente la persona con menomazione o
con una disabilità o con un handicap, ma colui che vive in maniera negativa la sua malattia”
Gugghenbhul-Craig
A
l di là della sua gravità, qualunque patologia
rappresenta per il soggetto portatore e per la
sua famiglia, un evento gravemente stressante,
al quale dover far fronte con tutte le possibili
risorse. Comporta, com’è prevedibile, dei cambiamenti di abitudini e richiede, sovente, tempo e capacità di
adattamento.
La prognosi e la risposta sono fortemente influenzate da fattori
legati alla storia, alla famiglia e alla motivazione del paziente. La
“presa in carico” non può limitarsi, infatti, alla valutazione della
patologia, ma è necessario tener conto dei vissuti descritti dal
paziente e dalla famiglia.
In ambito logopedico, la comunicazione, verbale e non verbale,
assume un ruolo di assoluta centralità.
È il caso di Cristiana S., 19 anni, che si presenta alla valutazione
logopedica in condizione di totale afonia. Gli esami diagnostici
effettuati (laringoscopia con fibre ottiche) non avevano evidenziato alcun dato significativo, nonostante l’assoluta impossibilità, da parte della paziente, di ricorrere ad una voce udibile.
L’impostazione del meccanismo pneumo-fonico e il ricorso
a particolari tecniche, finalizzate al ripristino della vibrazione
cordale, hanno consentito, in tempi brevi, la normalizzazione
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dei parametri vocali e la riacquisizione di una buona voce. Sin
dai primi incontri è emersa la forte motivazione della paziente e
la sua volontà a portare nel setting terapeutico, non solo l’attiva
partecipazione agli esercizi, ma anche la voglia di “comunicare”
i suoi più intimi conflitti. Lo spazio e l’ascolto offerti a Cristiana
le hanno consentito una maggiore apertura emotiva, rendendo
così possibile la presa di coscienza delle recondite motivazioni
sottese alla patologia stessa. L’afonia rappresentava, paradossalmente, l’espressione della sua richiesta d’aiuto e di ascolto.
Risulta quindi evidente quanto l’ascolto empatico e l’attenta
lettura dei bisogni, anche di quelli non espressi, consentano,
al logopedista, di accompagnare il soggetto, attraverso piccoli
compiti progressivi, fino ad affrontare la patologia ed a trovare
in se stesso le forze curative, necessarie per superarla.
Dunque, al momento della presa in carico del soggetto si sovrappongono e si intrecciano due diverse fasi: l’oggettivazione
(qualitativa e quantitativa) del danno ed una fase di ascolto, che
accompagna tutto l’iter terapeutico, e che facilita la conoscenza
della persona e la valutazione del suo grado di disagio.
Il “prendersi cura” deve allora concretizzarsi in una relazione
flessibile, definita dall’insieme di dinamiche e sentimenti,. che
il paziente stesso porta.