Dottoressa
Bianca Pane
L’ARTRITE
la lettura psicosomatica
S
i tratta genericamente dell’infiammazionne di un’articolazione. Può avere cause
metaboliche (gotta), degenerative (artrosi), immunologiche (artrite reumatoide),
traumatiche (distorsioni) e infettive.
Dal punto di vista psicosomatico l’artrite
esprime il conflitto tra AGIRE e NON AGIRE. Essa è una battaglia che si sta giocando all’interno dell’individuo tra due parti
contrapposte di sè. Una vuole o deve agire (scegliere, cambiare,
intraprendere, staccarsi da o andare verso), l’altra non vuole o
L’ARTRITE REUMATOIDE
E’ una particolare forma di artrite, molto
diffusa e dalla probabile origine autoimmune. Essa è caratterizzata dall’infiammazione contemporanea di più articolazioni; esordisce in modo graduale con
febbricola e dolori a mani, polsi e piedi
che nel tempo si estendono alle articolazioni più vicine (spalle e femore) fino
a deformarle, provocando una notevole
compromissione dei movimenti.
Secondo la lettura psicosomatica, l’artrite reumatoide esprime la decisione
inconscia dell’individuo di NON PROGREDIRE e di non prendere in mano la
propria vita.
Chi ne soffre è dotato, di solito, di una
grande vitalità di base e spesso di un
talento nascosto (per esempio suonare, scrivere, organizzare, imprendere)
e ha pure una personalità determinata.
Qualcosa però, a un certo punto della
vita, di solito nel periodo della piena
maturità, si blocca: l’energia creativa
smette di dispiegarsi prima di raggiungere la pienezza espressiva e comincia
ad AVVOLGERSI SU SE STESSA. Il
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non riesce. Un grande dubbio, quindi, in cui sembrerebbe che
nessuna delle due parti abbia il sopravvento. In realtà i sintomi
decretano la vittoria momentanea di quella che non vuole agire:
dolore, gonfiore, difficoltà e rigidità nei movimenti impediscono l’azione o la rendono parziale e sofferta. A prescindere dal
tipo, l’artrite esprime l’INDECISIONE e l’IRRESOLUTEZZA
di una persona che si trova a fare una scelta che tocca parti profonde e avvertite come vulnerabili. Al tempo stesso, implica la
mancanza di una forte presa di coscienza dell’importanza del
problema, che il corpo puntualmente segnala.
motivo principale è la rigidità caratteriale, costituita da un misto di elementi:
orgoglio, permalosità, eccesso di critica,
perfezionismo, moralismo, tendenza alla
punizione o all’autopunizione, i quali
nel loro insieme riescono a frenare quella “capacità assertiva” di per sè abbastanza sviluppata. A questa “implosione” si
unisce il timore di esprimere totalmente
se stessi perchè la persona vive ogni suo
cambiamento come un attacco agli altri,
in genere al partner, che sente di poter
ferire e quindi perdere: il SENSO DI
COLPA si associa così al timore della
solitudine, fantasma molto ben mascherato in chi soffre di artrite reumatoide.
La grande energia di affermazione, non
essendo impiegata all’esterno, viene così
convogliata nell’unico luogo dove può
sfogarsi senza fare danni e, allo stesso
tempo, ottenere qualche sofferto vantaggio di compenso: SU SE STESSI,
sulle proprie articolazioni (dimensione
immunitaria).
I sintomi parlano chiaro: la rigidità nei
movimenti, soprattutto mattutina, ci
dice quanto sia difficile iniziare una giornata nella quale la persona “frenerà” se
stessa (c’è qui un’analogia con la depressione, di solito più intensa al mattino, per
gli stessi motivi); la probabile febbricola
indica l’attrito interiore provocato da
questa “scelta” del corpo; il dolore è il
“pianto” di un’articolazione non più
libera di agire; la compromissione progressiva dei movimenti segnala che la
tenacia, che poteva essere una grande
risorsa, è rimasta intatta ma viene purtroppo utilizzata per scopi autolesivi; le
mani “a colpo di vento” (cioè deformate
con le dita verso l’esterno) sono una beffarda metafora fisica di quanto è successo: la persona ha “sfiorato la vita” e ora
non può più riprenderla nelle proprie
mani. Spesso l’orgoglio le impedisce di
riconoscerlo, ma i sogni e il tono lamentoso della voce rivelano spesso grandi
rimpianti. La malattia, tuttavia, offre un
motivo ufficiale per la propria mancata
realizzazione e, con la graduale dipendenza cui obbliga i familiari, lenisce la
paura della solitudine.