100% Fitness Mag - Anno III Ottobre 2009 | Page 54
lifestyle
Emergenza
da sigarette,
i numeri del problema
I
fumatori nel mondo sono 650 milioni. I morti a causa del
fumo sono 5.4 milioni ogni anno. Si stima che nel 2030
saranno 8 milioni. In Italia fumano 11,2 milioni di
persone e ogni anno muoiono a causa del fumo 80.000
persone e nell’Unione Europea 650.000.
Nel 20° secolo sono morti 100 milioni di persone a causa del fumo,
nel 21° si stima ne moriranno 1 miliardo. Nel 2030 più dell’80%
dei morti a causa del tabacco saranno nei paesi in via di sviluppo.
Il tabacco provoca più decessi di alcol, aids, droghe, incidenti stradali,
omicidi e suicidi messi insieme. L’epidemia del tabacco è una delle più
grandi sfide di sanità pubblica della storia. L’Oms ha definito il fumo
di tabacco come “la più grande minaccia per la salute nella Regione
Europea”. Le morti e le malattie fumo-correlate, tuttavia, sono interamente prevedibili e prevenibili, si conosce, infatti, esattamente cosa
provoca l’uso di tabacco, come e quanto uccide, cosa danneggia e come
fare per evitare tutto ciò.
■ Mortalità da fumo in Italia
Si stima che siano attribuibili al fumo di tabacco in Italia dalle 70.000 alle 83.000 morti
l’anno. Oltre il 25% di questi decessi è compreso tra i 35 ed i 65 anni di età. Il tabacco
è una causa nota o probabile di almeno 25
malattie, tra le quali broncopneumopatie
croniche ostruttive (BCO)e altre patologie
polmonari croniche, cancro del polmone e
altre forme di cancro, cardiopatie, vasculopatie. La mortalità per carcinoma polmonare ha superato abbondantemente quella
del tumore allo stomaco divenendo la terza
causa di morte nell’ambito delle patologie
tumorali, dopo il tumore alla mammella e
colon-retto.
Il fumo attivo rimane la principale causa di
morbosità e mortalità prevenibile nel nostro
Paese, come in tutto il mondo occidentale,
anche se gli ultimi dati confermano quanto
osservato dall’analisi del trend storico degli
anni precedenti, secondo cui negli ultimi 50
anni si assiste ad una graduale diminuzione
dei fumatori.
I più recenti dati Istat indicano, infatti, una
riduzione della prevalenza dei fumatori dal
23,8% degli ultraquattordicenni nel 2003
(31% maschi – 17,4% femmine) al 22,2%
nel 2008 (28,6% maschi – 16,3% femmine).
Anche l’indagine telefonica Doxa del 2008 promossa dall’ISS/Osservatorio fumo, alcol
e droghe - registra una riduzione complessiva di 1,5 punti percentuali rispetto all’anno precedente nella prevalenza passata dal
23,5% al 22% delle persone dai 15 anni in su
(pari a 11,2 milioni di persone).
La diminuzione è della stessa entità sia per
gli uomini che per le donne. Secondo questa
indagine gli uomini fumatori sono passati dal
27,9% del 2007 al 26,4% del 2008 mentre
le fumatrici sono scese dal 19,3% del 2007 al
17,9% del 2008.
Le classi di età in cui si registrano percentuali
più elevate di fumatori sono quelle dei 25-44
anni e dei 45-64 anni, rispettivamente con
una prevalenza del 26,4% e del 25,9%, mentre tra gli ultrasessantacinquenni la quota di
fumatori è sensibilmente inferiore: 7,8%.
La più alta percentuale di fumatori si osserva
nell’Italia del sud e nelle isole (25,2%), seguono in ordine decrescente il centro Italia
(22,9%), e il nord (19,1%). Il numero medio
di sigarette fumate al giorno oscilla intorno a
15 per quasi la metà dei fumatori (48,2%).
■ I giovani e il fumo
La diffusione dell’abitudine al fumo è ancora troppo alta, soprattutto tra i giovani (nel 2007, nella fascia d’età 20-24 anni,
i fumatori sono il 28,8% (33,8% maschi e 23,5% femmine).
La stessa indagine Multiscopo (Istat, 2007), evidenzia che
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adolescenti e giovani iniziano a fumare più precocemente di
cinque anni fa.
Infatti, il 7,8% dei giovani di 14-24 anni ha iniziato a fumare
prima dei 14 anni.