100% Fitness Mag - Anno III Ottobre 2009 | Page 32
L’angolo degli esperti ► audioprotesista
Quel fastidioso ronzio:
L’ACUFENE
Dottoressa
Tea Maione
Audioprotesista
L’
uomo in ogni epoca della sua storia
è stato afflitto dal problema degli
acufeni; notizie di medicamenti
auricola¬ri lenitivi, in verità piuttosto bizzarri, compaiono già nel III millennio prima di Cristo. Riferimenti agli acufeni sono inoltre
presenti nei trattati di Medicina Bizantina, Romana, Cinese, Medioevale, ecc. Per esempio:
• Nel Papiro di Erbes (XVI sec a.C.) si prescriveva olio di balanite.
• I Medici assiri (VIII sec a.C.) prescrivevano
cannabis, oppio, etc.
• Ippocrate (460 a.C.) prescriveva l’uso del mascheramento.
• Celso (30 a.C.) prescriveva lavaggi endoauricolari.
• Plinio il Vecchio (23-79 d.C.) prescriveva
instillazione endoauricolare di vermi bolliti e
latte.
• Galeno (130-200 d.C.) prescriveva miele etc.
• Brenner (1868) prescriveva stimolazione elettrica.
I dati relativi alla prevalenza dell’acufene sono molto discordanti; questa estrema
variabilità dipende in larga misura dall’adozione di criteri non univoci.
Secondo la British Tinnitus Association circa il
10% della popolazione adulta presenta acufeni; in percentuale minore (5-6%) il sintomo
si dimostra piuttosto invalidante e solo nello
0.5% della popolazione adulta interferisce in
maniera radicale con la qualità della vita del
soggetto. Essi compaiono più frequentemente
in soggetti anziani.
Per quanto riguarda il sesso, pare che gli
acufeni colpiscano maggiormente la popolazione maschile. I dati relativi alla prevalenza
nella popolazione infantile sono ancora meno
concordi. In alcuni studi viene riportata una
prevalenza attorno al 10-15%, mentre in altri
sono riportati valori molto maggiori.
In realtà deve essere osservato come in una
buona percentuale di casi gli acufeni “pediatrici” siano associati a forme secretive dell’orecchio medio.
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Per acufene si intende una sensazione uditiva in
assenza di una stimolazione sonora esterna e viene classificato in soggettivo e oggettivo. Gli acufeni soggettivi sono udibili esclu¬sivamente dal
paziente e, da un punto di vista epidemiologico,
sono molto più frequenti rispetto a quelli oggettivi (99%);sono percezioni sonore in assenza di
stimolazione fisiologica dei recettori cocleari (cause otologiche, infettive, traumatiche, internistiche, neurologiche, vascolari, neoplastiche, etc.).
I rari acufeni oggettivi (incidenza dell’1%), sono
costituiti da rumori prodotti da strutture vicine
all’orecchio, di origine vascolare, tubarica muscolare, articolare, spesso percepibili anche dall’esaminatore; sono quasi sempre presenti in soggetti
normoudenti.
Da un punto di vista classificativo si definiscono
acuti gli acufeni insorti da meno di 3 mesi, mentre
sono considerati cronici quelli presenti da più di
6 mesi. Non esistono, attualmente, metodiche in
grado di realizzare una misurazione oggettiva affidabile.
Moltissime condizioni sono state riconosciute come possibili
cause di acufene. La sua etiopatogenesi è classificabile in base a criteri
anatomici, in centrali e periferici. Poiché si ritiene che la sede dell’alterazione possa risiedere in ogni punto della via uditiva; sono state, infatti,
proposte numerose teorie etiopatogenetiche, alcune “periferiche” ed altre
“centrali”.
Tra le teorie periferiche merita di essere citata l’ipotesi di Tonndorf (1981),
secondo cui alla base dell’acufene starebbe un disaccoppiamento tra le cilia
e la membrana tectoria. La teoria della risonanza cocleare ipotizza invece
che l’acufene sia provocato dall’azione di alcune cellule ciliate, verosimilmente attraverso un meccanismo tipo “retroazione”, su altre regioni cocleari. Secondo le ipotesi centrali l’acufene si realizzerebbe in seguito ad una
alterazione neuro-funzionale di alcune aree della via uditiva.
Si ritiene che l’acufene possa realizzarsi in seguito alla mancata inibizione,
da parte di aree alterate, di gruppi neuronali normalmente inibiti.
E stato inoltre ipotizzato che una lesione cocleare possa ridurre il controllo
efferente su se stessa, con conseguente aumento dell’attività spontanea (e
quindi genesi dell’acufene). Secondo l’ipotesi di Lenarz (1993) l’acufene
sarebbe il risultato di un’anomala risposta del Sistema Nervoso Centrale ad informazioni periferiche alterate. Questo breve elenco di ipotesi fa
ampiamente comprendere come al momento ci siano ben poche certezze
relativamente alla patogenesi degli acufeni.