100% Fitness Mag - Anno III Febbraio 2009 | Page 26

S alute & Benessere LOGOPEDIA di Mariarosaria D’Esposito Logopedista Diritto allo studio per dislessici italiani! N onostante l’interesse per la dislessia sia, negli ultimi anni, notevolmente cresciuto, sono convinta che se ne parli ancora abbastanza. I dislessici, 4% della popolazione scolastica, soff rono di un disturbo “subdolo”, di non facile e immediata identificazione. Si tratta di una “diversità” in bambino assolutamente “non diverso”. Il dislessico, infatti, ha un comportamento assolutamente “normale”, fuori dall’ambiente scolastico, mentre in classe viene generalmente etichettato come un bambino “lento”, “pigro” o “svogliato”; solo di fronte al compito scritto, infatti, emergono le difficoltà che portano poi a riconfermare, agli occhi dei docenti, il suo “disimpegno” scolastico. o” scolastic L’assenza di una diagnosi tempestiva fa si che molti ragazzi, non riconosciuti come dislessici, soff rano della frustrazione dei loro fallimenti e non ottengano alcuna facilitazione ed adattamento da parte della didattica, che consenta loro di avere pari opportunità di apprendimento. Il mancato riconoscimento ha, infatti, importanti conseguenze psicologiche e può avere effetti devastanti: spesso induce il ragazzo all’abbandono della scuola e lo condanna ad un futuro professionale di basso livello, nonostante potenzialità intellettive assolutamente normali. Compromette, inoltre, uno sviluppo equilibrato della personalità del bambino e un adattamento sociale sereno. Attualmente, in Italia, a differenza di quanto accade in numerosi paesi europei, non sempre basta la diagnosi di dislessia per cambiare la triste condizione che i nostri dislessici vivono quotidianamente dietro i banchi di scuola. Non esiste, infatti, una normativa (o almeno è deficitaria applicazione) che li tuteli in maniera specifica. Il dislessico impegna al massimo le proprie capacità ed energie: aff ronta quotidianamente le difficoltà che tutti noi abbiamo incontrato in fase d’apprendimento della 26 100% Fitness Magazine letto-scrittura e che poi abbiamo dimenticato. La scuola dovrebbe accogliere ed adeguarsi alla “diversità”, adottare programmi specifici, adatti alle capacità dei singoli. Sarebbe necessaria, quindi, una precisa valutazione del livello scolastico del bambino e delle specifiche difficoltà e, in relazione a queste, adottare strumenti commisurati al singolo caso, volti a compensare il deficit. Consentire, ad esempio l’uso di tabelle: molti dislessici hanno difficoltà nel riconoscere ed orientare le lettere dell’alfabeto, nel memorizzare i m dell’anno, etc mesi l’uso della tavola pitagor rica e del calcolatore: numerosi d dislessici sono anche discalculici, h hanno cioè difficoltà con le tabelline e nel fare i calcoli - registratore - computer con programmi specifici e correttore ortografico - dizionari computerizzati - programmazione delle interrogazioni Parallelamente il bambino dovrebbe essere dispensato dalla lettura ad alta voce e dalla scrittura veloce sotto dettatura. Infine, occorrerebbe adottare misure valutative per le prove scritte, che tengano conto del contenuto e non della forma. L’uso di tali facilitazioni andrebbe periodicamente rivalutato e rimodellato in relazione ai progressi terapeutici del bambino. Attualmente nella scuola italiana, l’applicazione di tali misure non risulta ancora regolamentata ma affidata unicamente alla sensibilità e alla preparazione degli insegnanti. Ed è per questo motivo che, ancora oggi, la pratica clinica ci porta di fronte a ragazzini frustrati, stanchi di una scuola mortificante e giudice che induce (per fortuna solo in pochissimi casi) il terrore della bocciatura. Ci auguriamo che tutto questo cambi presto!